Si divide in due tranche l'operazione Gotha 7, l'inchiesta della DDA di Messina sui più recenti equilibri della mafia di Barcellona pozzo di Gotto, che cerca di ricostituirsi dopo le tante operazioni delle forze dell'Ordine.
Nella tarda serata di ieri il GUP Salvatore Mastroeni ha chiuso il vaglio preliminare, ed ha rinviato a giudizio gli otto imputati che hanno scelto il rito ordinario. Tra loro, anche l'ex consigliere comunale di Milazzo Santino Napoli e il consigliere di Terme Vigliatore, Francesco Salamone. Il processo comincerà davanti al Tribunale di Barcellona il prossimo 18 febbraio, e alla sbarra ci saranno anche Carmelo Giambò, Filippo Milone, Salvatore Piccolo, Giovanni Rao, Carmen Valenti e Francesca Cannuli.
Altre cinque persone hanno invece scelto di concordare la pena con l'accusa, e torneranno in aula il 14 gennaio per il patteggiamento. Si tratta di Agostino Campisi, Antonino Merlino, Aurelio Micale, Angelo Porcino e Maurizio Trifirò.
Il grosso degli imputati, una trentina, ha scelto invece di definire la propria posizione in questa fase, optando per il processo abbreviato. Torneranno tutti davanti allo stesso giudice a febbraio prossimo.
L'indagine, condotta in parallelo dalla Squadra Mobile di Messina e dal Reparto Operativo dei Carabinieri, è sfociata nella retata di fine gennaio del 2017. Gli investigatori, dopo le precedenti operazioni antimafia che hanno assicurato al carcere duro i capi storici del clan, quelli che avevano preso le redini alla metà del decennio scorso, alleandosi con i "mazzarroti", il clan stava riorganizzandosi affidando in particolare le estorsioni ai reggenti, alcuni nomi già noti altri imprenditori incensurati. Agli atti dell'indagine anche i rapporti tra insospettabili, o incensurati chiacchierati ma mai finiti in inchieste, e i mafiosi storici.
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