Messina dice no alla cittadinanza onoraria al sindaco di Riace Mimmo Lucano

Messina dice no alla cittadinanza onoraria al sindaco di Riace Mimmo Lucano

Francesca Stornante

Messina dice no alla cittadinanza onoraria al sindaco di Riace Mimmo Lucano

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lunedì 17 Dicembre 2018 - 11:36
in controtendenza

Da nord a sud Italia, lo hanno già fatto grandi città come Firenze e Bologna e comuni più piccoli, come il ragusano Scicli. L’ultimo in ordine di tempo è stato il comune di Sutri, nel Lazio, dov’è sindaco Vittorio Sgarbi. Finora il filo conduttore è stato unico: conferire la cittadinanza onoraria a Mimmo Lucano, sindaco di Riace, simbolo di integrazione e modello positivo da seguire e sperimentare perché capace di aver creato vera comunità partendo dal sistema Sprar per l’accoglienza dei migranti.

Anche Messina ci ha provato. Lo hanno fatto i consiglieri comunali di LiberaMe Alessandro Russo e Massimo Rizzo che circa un mese fa hanno confezionato una delibera che partiva proprio dalla necessità di provare a salvare il sistema Sprar, dopo il depotenziamento attuato dal decreto sicurezza del ministro Matteo Salvini (VEDI QUI). Dal sistema Sprar, sperimentato anche a Messina in questi anni, fino a Mimmo Lucano, quel sindaco che proprio dallo Sprar ha dato vita ad una comunità viva e vivace e che è finito nella bufera giudiziaria di un’inchiesta che lo ha portato anche agli arresti domiciliari. La giustizia dovrà fare il suo corso e camminerà sul suo binario. La politica però ha deciso di dare dei segnali chiari e precisi. Lo hanno fatto quei consigli comunali che hanno deciso di dare a Mimmo Lucano la cittadinanza onoraria. E lo ha fatto anche Messina che invece ha deciso di dire no. Il sindaco di Riace non avrà la cittadinanza onoraria messinese. Il consiglio comunale ha votato contro la proposta dei consiglieri Russo e Rizzo. E in aula è andato in scena il festival della confusione.

Chi era d’accordo con la cittadinanza onoraria ma non con il potenziamento dello Sprar, chi invece era favorevole alla proposta opposta, cioè no a Mimmo Lucano ma sì allo Sprar, emendamenti per modificare la delibera iniziale, consiglieri che hanno preferito uscire dall’aula e non votare proprio per non andare in contrasto con i colleghi dello stesso partito o per non dare un dispiacere ai proponenti. Alla fine il voto è stato netto: 6 favorevoli, 4 contrari e 7 astenuti. Hanno votato a favore ovviamente i due proponenti Russo e Rizzo, il collega Pd Felice Calabrò e dall’ala di centrodestra Crifò, Pagano e Zante. Sono invece usciti dall’aula i colleghi Pd e LiberaMe Gioveni e Pergolizzi, così come Interdonato, La Tona e De Leo per Sicilia Futura.

I no sono arrivati dai 5Stelle, che si sono anche divisi su questa scelta, tanto che Cannistrà e Schepis hanno preferito uscire e non votare: 4 voti contrari alla cittadinanza onoraria a Mimmo Lucano, così come tra l’altro è successo anche in altri comuni dove però evidentemente il voto dei 5Stelle non ha impedito di portare avanti questa azione.

I consiglieri pentastellati in aula si sono dichiarati a favore dello Sprar ma contrari alla cittadinanza a Lucanoe per questo alla fine hanno optato per il no: «Abbiamo ritenuto ardita e frettolosa la proposta di conferire la cittadinanza onoraria al sindaco Mimmo Lucano, che al momento, per quanto questo possa non piacere, è al centro di un’inchiesta giudiziaria. Da parte nostra non vi è alcuna posizione pregiudiziale nei confronti del primo cittadino di Riace, che giustamente o ingiustamente – non siamo noi a doverlo decidere – è sotto i riflettori della magistratura. Saranno gli organi competenti a sentenziare sulla sua presunta colpevolezza o no. In attesa che la storia si pronunci, nel rispetto della Giustizia italiana e di tutti i cittadini messinesi, è nostro dovere attenerci ai fatti, che non possono non incidere sulle nostre scelte politiche. Per questo abbiamo ritenuto fosse poco opportuno “impacchettare” in una delibera così importante, relativa al rafforzamento del sistema Sprar, il conferimento di una importantissima onorificenza a una persona che ad oggi è sotto indagine da parte della Procura. Difatti abbiamo votato favorevolmente un emendamento che prevedeva lo “spacchettamento” della delibera, “cassando” la parte relativa alla cittadinanza onoraria: un emendamento che l’Aula ha bocciato».

Il consigliere Alessandro Russo però non ha intenzione di arrendersi e si è rimesso subito a lavoro per trasformare questa delibera in un ordine del giorno che quantomeno possa impegnare l’aministrazione comunale a non disperdere quanto fatto di buono con il sistema Sprar, sempre che la legge lo consenta. «Anche se non arriveranno più finanziamenti nazinali, il Comune potrebbe continuare a tenere aperti i canali Sprar facendo ricorso a finanziamenti bilancio o extra bilancio. Ma questa è solo un’idea che adesso dovrà essere approfondita. Per la cittadinanza a Lucano invece a questo punto si riproverà magari dopo i prossimi risvolti sul processo, visto che queste sono state le motivazioni che in aula hanno portato al no.

Un duro commento arriva da MessinAccomuna,il movimento dell’ex sindaco Renato Accorinti. «Troviamo grande difficoltà a sentirci rappresentati da un Consiglio Comunale che respinge la mozione di Rizzo e Russo per il conferimento della cittadinanza onoraria a Domenico Lucano e per il sostegno alla strategia di accoglienza degli SPRAR e che, al tempo stesso, si scalda per la rimozione o il mantenimento di un dipinto monumentale e storico nell’Aula Consiliare. In assenza delle istituzioni, sarà la città stessa a esprimere la sua vicinanza a Lucano e il suo intendimento per una politica di accoglienza attiva e umana».

Per Messinaccomuna, il dibattito consiliare su Sprar e cittadinanza onoraria a Lucano è stato mortificante, perché non ha colto il tema civico in discussione, vincolando agli esiti della cronaca giudiziaria fatti di natura politica e perché ha appiattito la rappresentanza locale a logiche nazionali che riteniamo politicamente, eticamente e moralmente inaccettabili.

«Negli anni passati ci siamo trovati d’accordo coi deputati regionali (Zafarana) e nazionali (D’uva), che si stracciavano le vesti per lo scandalo della tendopoli al “Palanebiolo”, nel nome di un modello di accoglienza a misura d’uomo; oggi assistiamo al voto del gruppo Consiliare contro una mozione che promuove gli Sprar. Ci spieghino che modello di città abbiano in mente. Ma forse il voto è stato dettato solo dalla realpolitik: vedi mai che Salvini possa tirare le orecchie a Di Maio per una posizione locale non conforme al protofascismo incarnato dal “decreto sicurezza”. Così un gruppo che si scalda per il quadro della resa della città agli spagnoli, cede Messina alle politiche retrive del governo nazionale. È il dipinto del presente, più che quello del passato, a non rappresentarci e a preoccuparci».

Francesca Stornante

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