«Siamo esasperati». «Abbiamo diritto a dormire ad orari decenti, mia figlia è adolescente e ogni mattina non si regge in piedi perché ogni nottenon riusciamo a chiudere occhio prima delle 2». «Venite, ascoltate questi video. Io vivo al secondo piano e questa è la musica che arriva dal locale che sta dall’altro lato della strada. Qui era già l’una di notte, guardate l’orario». «Ci credete che ho rinunciato a guardare la tv la sera perché è impossibile? Ho messo anche gli infissi doppi ma non è bastato».
Sono le voci dei residenti del centro città, di quel centro storico che è anche zona di locali e movida serale. Sono quei cittadini che hanno chiesto con forza al Comune di trovare un modo per dare delle regole, regole che oggi sono state inserite in un codice di autoregolamentazione (VEDI ARTICOLO A PARTE) che dovrebbe servire a migliorare la vivibilità nelle zone dei locali.
Ma proprio la nuova regolamentazionei llustrata dall’assessore Musolino e condivisa con le associazioni di categoria lascia scontenti quei cittadini che oggi hanno voluto ascoltare le novità da cui dipende anche la loro quotidianità.
«Esprimiamo insoddisfazione rispetto agli orari stabiliti per la diffusione della musica all'esterno dei locali, orari che non corrispondono a quelli concordati insieme ai residenti al tavolo tecnico dello scorso novembre e che non ci consentiranno comunque di poter riposare nelle nostre abitazioni. Inoltre non è stato trattato l'argomento relativo agli orari di chiusura dei locali» hanno dichiarato alla fine della conferenza stampa. E a questo punto sono pronti alla contromossa: «Ci costituiremo in un comitato di cittadini per la tutela e la vivibilità del centro storico».
Finora si erano mossi come comitato spontaneo, uniti dagli stessi disagi che vivono quasi tutte le sere. Hanno già presentato un esposto a tutte le Istituzioni, manca solo la Procura. Questo potrebbe essere il prossimo passo: «Citiamo tutti per danni biologici, non è possibile vivere così e queste regole non sappiamo quanto realmente potranno funzionare perché di fatto possiamo essere sicuri, se tutti rispetteranno il codice, di poter dormire il lunedì e il mercoledì. Negli altri giorni, se tutto va bene, comunque prima di mezzanotte sarà difficile avere un po’ di pace».
Una questione delicata che mette in gioco i sacrosanti diritti di chi vive in certe zone della città e gli altrettanto sacrosanti diritti di chi lavora a svolgere il proprio lavoro, offrendo possibilità di svago e luoghi di ritrovo ai giovani, ma non solo. La partita, insomma, è tutt’altro che facile. I primi test dopo questo codice di regole diranno se la strada è quella giusta, sia in un verso che nell’altro.
Francesca Stornante