Sulla rimozione del quadro “Allegoria di Messina restituita alla Spagna”, che in realtà è una riproduzione dell’opera esposta al Museo del Prado, si è innescato un dibattito in seguito alla richiesta portata in sede di capigruppo dalla vicepresidente Serena Giannetto e condivisa dal presidente Cardile (leggi qui).
Su facebook l’architetto Nino Principato che negli anni scorsi ha portato avanti la battaglia scrive: “Non è un'opera d'arte, non è un quadro, non è un dipinto, è una volgarissima riproduzione fotografica di un'opera di Luca Giordano che infama e insozza la nostra città. Va subito gettata in un cassonetto dell'immondizia (rispettando i giorni e l'orario e chiamando il servizio di raccolta dei rifiuti ingombranti), unico luogo deputato ad accoglierla, o bruciata in un pubblico rogo in piazza Duomo, la stessa piazza dove il Bonavides rubò dal tesoro della Cattedrale 1280 pergamene che vanno dall'XI al XVII secolo, un patrimonio di cultura e tutta la nostra storia, dal valore economico incalcolabile, portandole in Spagna dove ancora adesso si trovano. Quel cesso di riproduzione rappresenta proprio questo, con i puttini che si portano i rotoli pergamenacei, per punizione nei confronti della nostra città che si era ribellata al malgoverno spagnolo nel 1674-78”.
Un lettore di Tempostretto, Giuseppe Sirone, ci scrive: “ I merli, partigiani della Spagna nel 1684, venivano soprannominati anche matarazzari , per via d' una
congiura, ordita d'accordo col Governatore Miranda, col fine diretto di acclamare re Carlo III d'Austria invece di Filippo V di Spagna. « I congiurati dovevano assaltare di notte la città e, iniziando la rivolta , svaligiare le più ricche abitazioni , avendo disposto però che per non confondere con le loro le case che dovevano essere saccheggiate, nelle proprie avrebbero esposto un materasso alla finestra» All'intento non si riuscì ed i Messinesi spagnoleggianti oltre che il titolo infamante di merli si ebbero quello di matarazzari………………cosa questa che per certi messinesi vale ancora nel 2018 “
Richiedere questi beni alla Spagna penso che sia un gesto importante da parte della nostra amministrazione. In altri casi l’Italia si è piegata alla volontà di stati da noi saccheggiati ed ha dovuto restituire beni che sembravano appartenerci da sempre (ad esempio la restituzione all’Etiopia della Stele di Axum).