Il Gip non ha concesso il beneficio della sospensione della pena. L'imputato ha continuato a dichiarare la propria innocenza
S. TERESA DI RIVA – Il Gip del Tribunale di Messina, Maria Vermiglio, ha condannato per il reato di stalking un ragazzo di S. Teresa di Riva di 19 anni, alla pena di 1 anno di reclusione, ridotta per la scelta del rito abbreviato, senza concessione del beneficio della sospensione condizionale.
I fatti risalgono al novembre 2018. Il giovane, a seguito della decisione della “sua” ragazza di 18 anni di interrompere la relazione sentimentale, durata solo pochi mesi, avrebbe assunto una serie di comportamenti persecutori per “punirl” inviandole messaggi vocali dal contenuto offensivo , con frasi lesive della dignità personale e minacciando addirittura di rendere note, ai genitori ed agli amici, delle “belle foto” che avrebbero potuto farla vergognare.
Il ragazzo, inoltre, più volte aveva atteso la 18enne alla uscita di scuola che la stessa frequenta e l’avrebbe anche importunata, con appostamenti e pedinamenti , raggiungendola anche all’interno dei bar della zona, insultandola. La ragazza ha denunciato i comportamenti persecutori ed il Giudice delle indagini preliminari aveva subito emesso , in via cautelare, l’ordine di divieto di avvicinamento anche ai luoghi dalla stessa frequentati.
Ieri la sentenza, che rigetta la richiesta dell’imputato, effettuata subordinatamente all’assoluzione per non aver commesso il fatto, di concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena, che dovrà essere pertanto scontata.
Una sentenza che non ha tenuto conto della difesa dell’imputato, che ha continuato a dichiarare in udienza la propria innocenza e ad evidenziare invece la propria condizione di “vittima” di un abbandono e del tradimento della persona offesa. L’imputato è stato inoltre condannato a risarcire il danno alla persona offesa, da determinarsi in sede civile e al pagamento di una provvisionale pari a 10mila euro nei confronti della ragazza. La persona offesa è stata difesa dall’avvocato Concetta la Torre. L’imputato dall’avvocato Pietro Fusca.