Villa Trevelyan metafora della storia di Taormina, le giornate Fai utili per il recupero

Villa Trevelyan metafora della storia di Taormina, le giornate Fai utili per il recupero

Redazione

Villa Trevelyan metafora della storia di Taormina, le giornate Fai utili per il recupero

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sabato 23 Marzo 2019 - 11:38

Da tempo i padiglioni, o torrette, si trovano in condizioni precarie. L’Amministrazione comunale ha elaborato un progetto per la messa in sicurezza e il recupero per una spesa di circa un milione di euro

TAORMINA – Il 23 e 24 marzo sono giornate dedicate dal Fondo per Ambiente italiano (Fai) alla visita di 1100 luoghi speciali aperti per l’occasione con visite guidate. Tra questi luoghi è stata scelta anche la villa comunale di Taormina.

“Si tratta di una scelta felice – spiega il sindaco della capitale siciliana del turismo, Mario Bolognari – perché la storica villa comunale è una metafora della storia della città di Taormina”. Alla fine dell’ ‘800 un uliveto, nel quale i pescatori avevano realizzato delle baracca per la custodia di attrezzi da lavoro, fu interamente acquistato dal professore Salvatore Cacciola per la moglie, lady Florence Trevelyan. La signora inglese progettò un giardino che potesse contenere, oltre le piante già esistenti e proprie dell’ambiente mediterraneo, anche alberi ed essenze provenienti da altri continenti e contesti climatici, giungendo, secondi il censimento del 2000, a contare 234 specie botaniche diverse, come documentato in articoli pubblicati su riviste di botanica.

Lady Trevelyan progettò e fece anche costruire dei padiglioni, da lei denominati beehives, che per la loro estrosità e originalità, costituiscono gli elementi di maggiore attrazione. Inoltre, per movimentare e impreziosire il parco, lady Florence Trevelyan realizzò i cromlech, manufatti in pietra formanti un cerchio mistico e i dolmen, come monumento funerario ai suoi cinque cani.

“La villa – evidenzia il sindaco Bolognari – fu successivamente espropriata grazie all’interessamenti del deputato della zona Giovanni Colonna duca di Cesarò, al quale è stato a lungo dedicata. Recentemente il Consiglio comunale ha intitolato al Parco alla sua geniale ideatrice. La ragione di questa scelta – chiosa Bolognari – è principalmente dettata dal significato che ha avuto negli anno 1880-1913 la presenza di stranieri a Taormina che hanno creato un ambiente internazionale, pieno di suggestioni artistiche e di contaminazioni culturali, che hanno successivamente fatto la fortuna turistica della località”.

Da tempo i padiglioni, o torrette, si trovano in condizioni precarie. L’Amministrazione comunale ha elaborato un progetto per la messa in sicurezza e il recupero per una spesa complessiva di circa un milione di euro. “Le giornate Fai – conclude Bolognari – dovranno servire anche per promuovere il progetto che dovrebbe trovare una fonte di finanziamento nei fondi europei in uno dei prossimi bandi”.

Un commento

  1. Daniele G.C.M. Chirico 27 Marzo 2019 15:14

    E si continua a riportare informazioni false su questa vicenda…
    Edward Spencer Trevelyan (padre di Florence T. Trevelyan) era figlio del barone John Trevelyan, quindi è “honorable” e anche l’unica sua figlia Florence Trevelyan non è Lady ma “honorable”, in quanto il titolo di Lady viene dato solo ed esclusivamente a tutte le figlie femmine di un DUCA.
    Cacciola (all’epoca sindaco di Taormina) non acquistò un bel niente per la sua futura moglie Florence Trevelyan Trevelyan, dato che il matrimonio venne celebrato il 13 luglio 1890.
    Ai “beehives” (alveari) Florence diede ad ognuno un nome diverso: Casa della Capra, Campanile, Bagnoli e Calverley Cottage (in onore di suo cugino Calverley).
    Il “Parco Giovanni Antonio Colonna Duca di Cesarò” ed il “Giardino Didattico Florence Trevelyan” hanno origine dal “Giardino Trevelyan”, precedente proprietà della Signora Trevelyan Florence fu Edoardo Spencer, morta in Taormina il 3 Ottobre 1907, pervenuta in virtù di testamento datato 26 marzo 1906 con codicillo 6 aprile 1906 sotto nome di Cacciola prof. Salvatore fu Salvatore, usufruttuario e Colverby Trevelyan Roberto di Giorgio, proprietario, espropriato nel 1923 e ridotto a ¼ di ciò che era inizialmente, ossia senza Fondo Bagnoli, Fondo Prima Croce e Fondo S. Leo”.
    Il Parco era intestato allo stesso personaggio che nel giugno 1911, da deputato, fece escludere Taormina dall’elenco della zona sismica, in applicazione del Regio Decreto 18 Aprile 1909 n. 193, “portante norme tecniche ed igieniche obbligatorie per le riparazioni ricostruzioni e nuove costruzioni degli edifici pubblici e privati nei luoghi colpiti dal terremoto del 28 dicembre 1908 e da altri precedenti elencati nel R.D. 15 aprile 1909 e ne designa i Comuni” (pubblicato nella G.U. n. 95 del 22 aprile 1909), quando invece Taormina aveva bisogno di sussidi a causa del sisma del 1908 che aveva reso inabitabili innumerevoli abitazioni così come la Chiesa Madre, danneggiata da gravi lesioni;
    nel 1921 il deputato Colonna duca di Cesarò propose alla Camera l’esproprio del “Giardino Trevelyan” di Taormina “Per il miglioramento del luogo di soggiorno per i forestieri” (Atto C.933, 5 agosto 1921 della XXVI Legislatura del Regno d’Italia), rifacendosi alla vecchia legge 15 gennaio 1885, n. 2892, per il “Risanamento della città di Napoli”;
    la legge n. 2892/1885, tuttavia, poteva essere estesa solamente fino all’anno seguente dalla sua emanazione, in quanto all’Art. 18 recitava che: “Ai comuni che ne faranno richiesta nel termine di un anno dalla pubblicazione della presente legge, potranno essere estese, per Decreto Regio, udito il consiglio di Stato, tutte o parte delle disposizioni (…), qualora le condizioni d’insalubrità delle abitazioni o della fognatura e delle acque ne facessero manifesto bisogno (…);
    il duca di Cesarò, Ministro delle Poste dal 1922 al 1924, fu un accanito avversario politico del Prof. Salvatore Cacciola, allora Sindaco di Taormina e, nel 1926, anche il presunto mandante dell’attentato al Capo del Governo, come riportato in numerosi testi storici;
    dall’astuta proposta del 1921 del deputato duca di Cesarò scaturì il Regio Decreto Legge n. 528 del 18 febbraio 1923 che espropriava “Giardino Trevelyan” per “pubblica utilità” ma non aveva la firma del proponente, divenuto nel frattempo Ministro delle Poste;
    la Villa Comunale non fu mai donata a Taormina da nessuno, ma venne espropriata per 300mila £. (Vedi RDL 528/1923);
    dopo l’esproprio del 1923, Inga Borgessen Atenasio moglie dell’allora podestà di Taormina Francesco Atenasio, snaturò il Parco dai connotati prettamente mediterranei ridisegnandone il terreno e facendo piantumare alberi ed essenze tropicali provenienti dal vivaio del Cav. Allegra di Catania, a quanto sembra vincitore dell’appalto dei “lavori di adattamento ad uso pubblico del terreno già appartenente alla defunta signora Trevelyan Florence in Cacciola”, ai sensi dell’avviso d’asta del Comune di Taormina pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n. 299 del 24 dicembre 1924;
    la Villa Comunale di Taormina venne poi intitolata (ma solo sulla carta) a Maria José del Belgio per celebrare il suo arrivo nel taorminese (Giardini, Castelmola e Taormina, 1932) insieme al suo consorte re Umberto II di Savoia, ma l’intestazione ritornò al duca di Cesarò poichè nel giugno 1946 il referendum popolare proclamò la Repubblica a discapito della Monarchia;
    con Del. n. 57 del 31 luglio 2001, la Giunta comunale di Taormina approvò il “Regolamento per la disciplina del Parco Giovanni Colonna Duca di Cesarò” ed una porzione del Parco venne denominata “Giardino didattico Trevelyan” (ma anche questo avvenne solo sulla carta e senza alcun riconoscimento ufficiale);
    10) la Giunta comunale di Taormina, con Del. n. 15 del 28 febbraio 2011, approvò lo “Schema di protocollo d’intesa tra il Comune di Taormina ed il Dipartimento Regionale Azienda Regionale Foreste Demaniali relativamente al Parco Giovanni Colonna duca di Cesarò, il Giardino Didattico Trevelyan e proprie pertinenze”.

    Adesso spero che ancora una volta sia tutto chiarito.

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