Sono state 11 le candidature presentate al nuovo bando per reclutare il direttore generale. E intanto dal Tar di Catania il primo pronunciamento sul ricorso
«Uno a zero e palla al centro». Ha esultato così il sindaco De Luca alla lettura della prima risposta arrivata dal Tar di Catania sulla Messina Social City. Il ricorso era stato depositato lo scorso 11 febbraio dall’Associazione Unione Nazionale dei Consumatori, la firma è dell’avvocato Paolo Intilisano e al centro dell’azione di opposizione alla nuova azienda che ha preso in mano le redini dei servizi sociali erano state inserite una serie di criticità considerate vere e proprie anomalie.
La strada della Messina Social City era iniziata così, con un ricorso presentato prima ancora che la nuova società nascesse. A finire nel mirino non era la nuova agenzia dei servizi sociali in quanto tale, ma l’affidamento dei servizi che fino al 28 febbraio erano appaltati alle cooperative e che invece adesso sono gestiti in maniera diretta dall’agenzia. Tutto questo mentre nel frattempo la Messina Social City è andata avanti, ha assunto ben 540 lavoratori e ha iniziato a lavorare.
Il ricorso
Diverse le motivazioni inserite nel ricorso dall’Unione Nazionale Consumatori. Si contesta che nel contratto di servizio non sono state determinate con chiarezza le prestazioni e l’attività che l’azienda deve rendere e ciò renderebbe nullo l’intero atto. Soprattutto di fronte a impegni che il Comune si assume per garantire alla sua azienda di poter espletare i servizi. Servizi che però restano totalmente generici, secondo il ricorso. All’appello mancherebbe anche la carta dei servizi, che invece doveva essere allegata al contratto. Una serie di passaggi che dunque renderebbe l’atto illegittimo.
La richiesta di sospensiva
Tra le richieste dell’Unione Consumatori c’era prima di tutto una richiesta di sospensiva della delibera n. 70 del 21 novembre 2018, quella cioè con cui il consiglio comunale votò il contratto di servizio della Messina Social City. Il Tar però ha deciso di rigettare quella richiesta.
Il responso
La quarta sezione del Tar di Catania durante la camera di consiglio dello scorso 4 aprile, presieduta dal magistrato Giovanni Iannini, ha emesso l’ordinanza che respinge la sospensione di quella delibera. Un pronunciamento che ha fatto esultare il sindaco De Luca, anche se adesso si dovrà attendere l’esito sulla richiesta di annullamento del provvedimento.
Le motivazioni
I magistrati infatti non sono entrati nel merito delle motivazioni che stanno alla base del ricorso: «Impregiudicata ogni valutazione circa la verosimile fondatezza delle censure proposte con il ricorso, non vi è allo stato attuale alcuna certezza circa l’avvio della propria attività prestazionale da parte dell’Azienda speciale Messina Social City, quale circostanza tale da determinare il rischio dell’insorgere di un pregiudizio grave ed irreparabile per la platea dei potenziali destinatari» si legge nell’ordinanza. In pratica non è stata ravvisata l’urgenza di sospendere quel provvedimento prima di entrare nel merito delle motivazioni, anche se in realtà nel frattempo la nuova azienda da un mese gestisce i servizi sociali. Per questo il Tar ha respinto la domanda cautelare proposta con il ricorso.
La corsa per il direttore generale
Quindi la partita resta aperta. Un’altra partita tutta messinese che si gioca sulla Messina Social City è invece quella che riguarda la nomina del nuovo direttore generale. Il posto è ancora vacante dopo la prima selezione andata a vuoto. Al secondo bando hanno risposto 11 candidati, quindi sei in più rispetto ai precedenti cinque che erano stati “bocciati”. In questi giorni la commissione ha iniziato a valutare le nuove candidature, sono stati già letti tutti i curriculum, ma servirà ancora un esame più attento per decidere se questa sarà la volta buona per dare all’azienda speciale il suo primo direttore generale.
Francesca Stornante