La tigre, mise en scene graffiante e insinuante, che stimola il nostro lato ferino

La tigre, mise en scene graffiante e insinuante, che stimola il nostro lato ferino

Tosi Siragusa

La tigre, mise en scene graffiante e insinuante, che stimola il nostro lato ferino

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venerdì 17 Maggio 2019 - 09:56

Al Teatro dei 3Mestieri è andato in scena, per la regia di Piermarco Venditti, il testo del drammaturgo statunitense Murray Schisgal, nella traduzione italiana di Enrico Luttmann: una Produzione HyntegraAc, ben collaudata sin dalla resa dei protagonisti, il romano Piermarco Venditti, un inquietante postino, tale Ben Harris, e la siciliana (della provincia messinese) Ornella Cerro, tale Gloria Fiske. In apertura di scena lo spettatore è catapultato in un sito alquanto misterioso, ove aleggia il colore bianco e un insolito tendone di tulle sorregge una sorta di trono circondato da lumini , un luogo in apparenza esoterico….Gloria, si apprende subito, è stata rapita e trascinata fin lì in quel seminterrato, ove campeggiano pile di libri sparse e un catino pieno d’acqua, continuamente utilizzato dal padrone di casa per le sue ossessive abluzioni. Ben, toltosi il cappuccio, inizia a tormentare la malcapitata che, però, a sorpresa, non si lascia intimorire, e dopo un iniziale smarrimento, riuscirà a avere la meglio sullo strano aguzzino, entrando empaticamente nel suo universo, popolato di complessi e frustrazioni. Gloria, che si dichiara malmaritata, saprà blandirlo e conquistare la sua fiducia, lo guiderà alla riscoperta della lingua francese, per lui ostica, che aveva costituito ostacolo al suo superamento degli esami per divenire insegnante, come avrebbe auspicato. Seduttiva e intrigante, gentile e gattina, Gloria potrà così far ritorno alla sua vita, promettendo che, nelle serate di giovedì, che dovrebbe trascorrere giocando a bridge, verrà a trovarlo e non si comprende se si tratti di una tattica, o se si sia davvero instaurato fra i due un feeling. L’opera teatrale, accattivante e intensa, ha chiuso in bellezza una bella stagione, titolata “Radici per restare”, che ha potuto contare sul duo,costituito da Stefano Cutrupi, nella qualità di direttore artistico, e Angelo Di Mattia, di direttore amministrativo e organizzativo, davvero ben affiatato.

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