Colpiti i database di oltre 18 università, trafugati dati e documenti di studenti, professori e personale amministrativo. Ma dall'Ufficio stampa dell'Ateneo di Messina rassicurano: "Tutto tranquillo"
Ha destabilizzato i sistemi informatici, e forse non solo quelli, di molte università italiane, l’attacco hacker avvenuto nella giornata di ieri. L’intromissione furtiva nella banche dati di 18 Atenei del Bel Pese, ha creato scompiglio perché sono stati “trafugati” centinaia di dati e documenti privati appartenenti a studenti, docenti e personale accademico. Un problema che, in un primo momento, sembrava avesse riguardato anche l’Unveristà di messina. Questa mattina però dall’ufficio stampa dell’Ateneo, arrivano assicurazioni ufficiale: “Le password di docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo dell’Università di Messina – si legge nel comunicato- non sono state violate dagli hacker che affermano di aver colpito numerosi atenei italiani. L’Università di Messina ed in particolare il Centro di Calcolo (CECUM) protegge le identità informatiche a termini di legge e con avanzati sistemi di crittografia. I tecnici del CECUM hanno registrato, quasi in tempo reale, un solo accesso riuscito ad un vecchio sito dipartimentale autogestito. Le informazioni “rubate” e divulgate su Internet sono solo spazzatura informatica. Il CECUM, comunque, continua a vigilare sul web per evitare accessi indebiti, anche perché la tecnologia usata dai pirati informatici è estremamente sofisticata e in continua evoluzione”.
Non e’ vero.
Gli haker sono entrati anche nei sistemi dell’universita’ messinese.
Vedendo che c’erano solo ++++++ non hanno voluto fare alcun danno. Avranno pensato: Tanto peggio di cosi’ non si puo’