A lanciare l’allarme i segretari di Cisl Slp: troppi utenti, poco personali, disagi agli sportelli
Nel periodo estivo negli uffici postali e nel settore recapito si raggiunge l’apice dello stress tra i lavoratori di Poste e nonostante gli sforzi, la buona volontà e tanta consapevolezza per la crisi economica, che colpisce anche la più grande azienda dei servizi nel paese, non si vede via di uscita se non si affronterà, a brevissimo tempo, una radicale riorganizzazione nei servizi finanziari (ufficio postale) e servizi postali (recapito e logistica).
Abbiamo contribuito al risanamento e all’attivo di bilancio di Poste – afferma il Segretario Regionale Cisl Slp Giuseppe Lanzafame – ma non è consentito tentennare, o peggio, non considerare che i servizi, i lavoratori e la clientela, abbiano la necessità di strumenti a supporto per un’accettabile condizione di lavoro e per rendere una qualità del servizio. La mancanza di risorse crea disagio e tanta tensione. I riferimenti aziendali nei territori non sono nelle condizioni di poter decidere nulla e quindi anch’essi in grande difficoltà. Questi ultimi però sono relegati a un compito di pressioni nei confronti dei più esposti, “interfaccia con il cliente”, per raggiungere obiettivi di vendita, praticamente impossibili. La politica nel settore commerciale andrebbe, a nostro avviso, rivista con una seria formazione del personale, considerando le potenzialità del mercato. Non è tollerabile – sottolinea Lanzafame – che la clientela permanga ore ed ore, dentro uffici angusti, per l’erogazione del servizio. Naturalmente uno dei motivi è la palese carenza di sportellisti.
Stessa condizione nel settore del recapito – aggiunge il Segretario Provinciale Cisl Slp Gisella Schillaci – dove i lavoratori non sono nelle condizioni di sostenere la mancata sostituzione del personale in ferie o assente per lunghi periodi, mancanza di strumenti, (motomezzi e automezzi); le ire dei clienti per la mancata consegna della posta ma, soprattutto, non si giustifica tanta improvvisazione nell’azienda. Purtroppo quello che più spaventa è la disaffezione della clientela e la rassegnazione dei lavoratori che ormai sono davvero al limite. Si improvvisano soluzioni tampone anche a volte fuori dalle regole pur di “rimediare” alle carenze e alle emergenze.
“E’ in sostanza impossibile – conclude Gisella Schillaci – consegnare la gran mole di lavoro in arrivo, specie in questo periodo con migliaia di raccomandate al giorno da recapitare, per una disorganizzazione interna e, quindi, un’assoluta inadempienza rispetto agli accordi sottoscritti tra azienda e sindacati. Molti dei diritti sanciti dal contratto sono messi in discussione, dal rispetto dell’orario alle intimidazioni che contribuiscono al nervosismo”.
Le agognate ferie estive, ad esempio – riprende il Segretario Regionale – sono elargite senza programmazione e solo se tra colleghi si trova un compromesso, si potrà fruire del diritto. In azienda non vi sono visibili parametri per stabilire la quantità del proprio carico di lavoro, quindi, l’azienda in modo discrezionale dichiara, in maniera flessibile, gli organici e la quantità del lavoro. Occorre ridefinire trasparenza ed etica per una sana competizione. L’inquietudine, la stanchezza, la sfiducia e la mancata programmazione dei servizi, induce molti lavoratori a lasciare il lavoro per la pensione, unica via per uscire dallo stress quotidiano. La CISL è profondamente preoccupata – continua Giuseppe Lanzafame – per lo stato di cose che, senza un convinto progetto, determinerà una prospettiva di fortissima precarietà. Per questo motivo, vigilando e denunciando evidenti storture ci prepariamo, al rientro delle vacanze, ad aprire una vertenza poste in tutto il territorio, allo scopo di rilanciare questa azienda, garantendo occupazione e qualità del servizio”.