I controlli “minimi” sono garantiti dai carabinieri e dagli agenti della Polizia Municipale. Il funzionario del Comune Scandurra spiega: «E’in corso aggiudicazione la gara per l’appalto del servizio di vigilanza». Ma il paradosso rimane
A Palazzo Piacentini, sede del Tribunale di Messina, chiunque può – in questo momento – accedere indisturbato e quel che è peggio portando con sé oggetti metallici di vario genere , armi comprese. Dal 23 luglio, cioè da sabato scorso, è infatti scaduto il contratto d’appalto del servizio di vigilanza, affidato all’istituto KSM. A controllare chi entra e chi esce dal Palazzo di Giustizia ci sono attualmente carabinieri ed agenti della Polizia Municipale , con un particolare di non poco conto però: i metal detector, cioè quei macchinari a raggi infrarossi che consentono di rilevare la presenza di oggetti metallici su persone o cose, sono di fatto fuori uso per l’assenza di personale addetto. Le persone che si recano a Palazzo Piacentini possono, quindi, oltrepassare tranquillamente la struttura preposta alla verifica di eventuali oggetti in metallo, non avendo l’obbligo di sottoporre a controllo neanche borse o valigette di lavoro, all’interno delle quali potrebbe esserci di tutto.
Il funzionario del Dipartimento manutenzioni stabili comunali di Palazzo Zanca , ing. Orazio Graziano Scandurra, che ha competenza diretta sulla manutenzione dei palazzi giudiziari – raggiunto telefonicamente – spiega che il problema sarà risolto a breve poiché «è in corso di aggiudicazione la gara d’appalto per l’affidamento del servizio di vigilanza e proprio oggi si procederà all’apertura delle buste».
Rassicurazioni che sinceramente non bastano a rendere meno paradossale questa vicenda: in un Palazzo di Giustizia degno di questo nome il livello di sicurezza dovrebbe essere massimo, ma Messina riesce sempre a fare eccezione, Negativamente, ovviamente. (Danila La Torre)
foto Sturiale