Amata: "Sì al Ponte, oggi più che mai. Ai No dico..."

Amata: “Sì al Ponte, oggi più che mai. Ai No dico…”

Autore Esterno

Amata: “Sì al Ponte, oggi più che mai. Ai No dico…”

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lunedì 29 Luglio 2019 - 07:49

Messina- "Di Ponte si parla sin dall'800 ma di quel secolo sono rimaste le infrastrutture. Rispetto i no pontisti ma Il Paese non decolla senza un Mezzogiorno in grado di stare al passo"

Di seguito la lettera della deputata regionale Elvira Amata in seguito all’articolo relativo al corteo No Ponte del 26 luglio a Torre Faro

Corteo da rispettare

Gentile Direttore, a Messina si è tenuta una manifestazione importante. Importante giacchè legata ad un tema importante per la nostra terra, non per i numeri legati alle presenze. Mi preme fare una premessa, ritengo sinceramente che la partecipazione attiva sia un aspetto essenziale della nostra democrazia, ma non ho mai ritenuto che la conta di chi scende fisicamente in piazza fosse necessariamente un argomento, nel bene o nel male, per identificare la serietà o il rispetto che si deve a chi esprime la propria posizione.

No all’immobilismo

Ciò detto però mi sento di chiedere, attraverso lo spazio che spero vorrà concedermi, a chi da anni si oppone alla realizzazione dell’opera, quale idea di sviluppo alternativo sia stato proposto concretamente. Vorrei sapere cosa ne pensano queste persone dell’immobilismo in cui la nostra terra é stata costretta a causa di continui tira e molla, “si fa”/ “non si fa”; cosa dicono dei soldi pubblici che andrebbero ancora ad essere sprecati nel caso in cui si mettesse, una volta per tutte, definitivamente, la parola fine all’ipotesi di realizzazione dell’infrastruttura. Perché, come è noto, al di là di quanto già speso, sarebbe ancora alta la somma che, tra penali e mancanze da corrispondere, saremmo costretti a vedere andare in fumo.

Ponte elemento centrale

Fratelli d’Italia ha sempre avuto una posizione chiara rispetto all’importanza del Sud nella visione strategica d’insieme di un Paese che, per camminare al passo con il resto del mondo, non può prescindere dal Mezzogiorno e la sua crescita. E proprio in quest’ottica, guardando in primis al corridoio Berlino-Palermo, il Ponte sullo Stretto di Messina diventa un elemento centrale. Un’opera di cui si annunciò la realizzazione negli anni 60…dell’Ottocento pero’! (come riportava un entusiasta articolo del Corriere del Mezzogiorno).

Infrastrutture dell’800

E agli anni 60 dell’Ottocento sembra rimasta buona parte della rete infrastrutturale siciliana. Questo diventa un argomento per quanti osteggiano la realizzazione del Ponte in nome di quelle infrastrutture base che, talvolta, in alcune fasce della nostra Isola sembrano fantascienza. Personalmente non ho mai amato i “nein” fine a se stessi e senza proposte alternative.

Eterna attesa

E non mi è mai sembrato normale (si, normale!) che dei meridionali, pur consci della dimensione di periferia di serie B in cui il Sud è stato per decenni relegato, accettassero e anzi proponessero a chi è nelle condizioni di agire, di prediligere l’ordinario allo straordinario. Dopo un’eternità passata ad attendere mi sembra invece ovvio e decisamente scontato che pretendiamo l’ordinario (che nel frattempo è diventato antico) e lo straordinario, il necessario e il migliorativo.

L’essenziale alla sopravvivenza non è e mai sarà una garbata concessione o una promessa elettorale efficace, è un sacrosanto diritto costituzionale. Quindi, nel massimo rispetto di chi dice “No”, vorrei tanto che tutti, indistintamente, comprendessimo l’esigenza di pretendere garanzie che ci consentano, finalmente, di guardare a noi stessi e al nostro territorio con l’atteggiamento positivo di chi sa di avere immense chance.

Sì al Ponte oggi più che mai

Delle chance che passano però da una messa a punto di tutto quanto necessario a renderci autonomi, competitivi, emancipati. La presidente di FdI, l’On. Giorgia Meloni, non ha mai smesso di portare avanti quella che per alcuni è solo una promessa spot pre elettorale ma per il nostro partito rappresenta un leitmotiv sul quale insistiamo quotidianamente: il bisogno di dare luce al meridione e di concretizzare, una volta per tutte, un piano infrastrutturale serio che, mai come oggi, non può certo prescindere dal Ponte. Si tratta di una priorità in termini di investimento strategico per il Sud e per l’intera penisola. E lo dico oggi con forza perché “l’acqua nel rubinetto” -cui si fa riferimento nel Suo articolo- non è propedeutica rispetto al Ponte sullo Stretto ma precedente e la sua assenza è una violazione.

A quei signori che lamentavano un disservizio così incredibile porgo l’invito di non essere arrendevoli: o l’uno o l’altro non esiste in nessuna parte del mondo sviluppato. Ma a poco serve guardare con occhi languidi all’estero o alle regioni virtuose del nord Italia quando poi, a casa nostra, siamo noi stessi a proporre supinamente gli aut aut che ledono il nostro presente e il futuro dei nostri figli.

On. Elvira Amata

Deputato Regionale all’Assemblea Regionale Siciliana

Gruppo Parlamentare Fratelli d’Italia

7 commenti

  1. andrea d'andrea 29 Luglio 2019 12:13

    Rispettare persone in malafede? E perché?

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  2. Beh, considerando che FdI cammina a braccetto con la lega di Salvini, che ancora oggi agisce in modo subdolo per tenere il sud nella sua ormai cronica arretratezza, mi riesce ostico da comprendere lo scritto della Amata. Eppure, basterebbe studiare un po’ la vera storia d’Italia, non quella scritta sui libri di testo, per scoprire che se il meridione versa in queste condizioni, lo si deve agli avi degli attuali alleati della Meloni. Capisco che chiedere di conoscere la storia è pretenzioso, ma basterebbe leggere anche un libro di Pino Aprile per aprire gli occhi su certi argomenti.
    PS sarei felice che la Amata risolvesse un dubbio che mi assilla: come può un partito, costola del Movimento Sociale, che della Patria fa il proprio vessillo, allearsi con un volgarotto che andava in giro con le maglie con su scritto “padania is not Italy”? Ovviamente fin quando non gli sono serviti i voti di noi poveri terroni.
    Carro del vincitore??

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  3. Antonio borruto 29 Luglio 2019 15:40

    Il ponte e’ un progetto obsoleto e inutilmente costoso. E’ fuorviante dire alla gente che solo attraverso il ponte si puo avere sviluppo e benessere. Tanti altri paesi e isole in particolare hanno costruito la loro fortuna su altro e tuttavia cose di cui la Sicilia ne e’ piu’ che ricca. Certi politici pur se giovani purtroppo pensano da…vecchi!!!

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  4. Chi non vuole il ponte, é semplicemente un troglodita amante del primitivo. In Cina hanno realizzato un ponte da 56 km. A Bolzano viviamo benissimo con un termovalorizzatore in pieno centro. I russi collegano la Crimea con la madrepatria con un nuovissimo ponte.
    In Africa la Nigeria e altri stati progettano centrali nucleari.

    Bah, si vede che alcuni scemi in Italia vogliono rimanere arretrati e disoccupati.

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  5. secondo me questi dilemma che dividono il Paese,Tav e ponte sullo Stretto,vanno decisi da appositi referendum,visto che la Democrazia possiede questo bellissimo strumento. Si eviterebbe di far perdere tempo al Parlamento e di sprecare inutilmente denaro pubblico.

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  6. Nel rispetto di tutti mi dichiaro assolutamente favorevole al ponte. Sono certo che il buon senso permetterà di evitare che per raggiungere in treno Marsala da Messina non si possa stabilire con certezza quanto si impiega. Sono certo che il buon senso eviterà che in alcune zone della Sicilia l’acqua sia frazionata. Potrei continuare ma non voglio tediare. SI AL PONTE ma prendiamo la nostra amata Sicilia una regione Italiana al pari delle altre!!

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  7. Il ponte sullo stretto è una inutile opera e lo verifica il fatto che non esistono due realtà commerciali ed industriali cosi importanti da collegare velocemente e che le infrastrutture dei trasporti nel nostro territorio sono quasi inesistenti e quelle che esistono sono obsolete ed inefficaci.
    Non è assolutamente necessario rovinare una tra le più belle aree del mezzogiorno d’Italia per una opera così inutile.
    Se si parla che tale opera possa favorire il Il turismo questo invece si potrà sviluppare con un piano preciso sui sistemi che lo regolano ,sulla accoglienza ,offerta e disponibilità di luoghi attrezzati e di infrastrutture adeguate.inoltre in tale piano prevedere l’uso di nuove tecnologie ecosostenibili che ad oggi sono il futuro dello sviluppo di qualsiasi territorio.
    In particolare tutti i soldi spesi per il ponte potrebbero essere convertiti a sanare un territorio martoriato dalla speculazione edilizia a favore di una più suo naturale assetto .
    Alessandro

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