Il presunto killer è in cella in attesa della convalida. A sparare è stata una 7.65. I Contiguglia volevano punirlo e lui si è difeso? Ris a lavoro sul caso
E’ in stato di fermo per tentato omicidio e omicidio il ventinovenne di Paternò bloccato per la sparatoria mortale avvenuta ieri sera a Ucria. Salvatore Russo, dopo l’interrogatorio con i Carabinieri, è stato richiuso in cella a Barcellona in attesa dell’udienza di convalida davanti al giudice.
Dopo essersi “arreso” ai militari, ieri notte, ha raccontato la propria versione, alla quale gli inquirenti credono soltanto in parte. Saranno ora gli esami balistici del Ris e i risultati dell’autopsia sul corpo delle vittime a dare maggiori elementi, insieme alle molte testimonianze già raccolte dagli uomini della Compagnia di Patti e dai colleghi del Nucleo Investigativo.
Domattina il procuratore capo di Patti, Angelo Cavallo, fornirà maggiori dettagli sul fatto.
Da quello che trapela, Russo ha confermato che tra lui e i Contiguglia c’erano dissapori che andavano avanti da un pò. Al centro della contesa, un parcheggio per disabili, momentaneamente utilizzato dal catanese, in vacanza per ferragosto presso i familiari.
Una prima lite c’era stata qualche ore prima, e alle 21 di ieri sera Antonino Contiguglia, spalleggiato dai nipoti Fabrizio e Salvatore, aveva organizzato una vera e propria spedizione punitiva a casa di Russo, “reo” di averlo offeso.
Qui sarebbe scattata la rissa durante la quale qualcuno ha tirato fuori una pistola calibro 7.65 che ha ucciso il sessantaduenne, con alle spalle precedenti di rilievo, il nipote di 28 anni e ferito Salvatore, di 43 anni, ancora in ospedale a Messina.
Ieri a Ucria sono arrivati gli esperti del Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Tremestieri, che hanno prelevato diversi rilievi nell’abitazione teatro della tragedia e addosso al ragazzo, e gli investigatori dell’Arma. In corso gli accertamenti per stabilire a chi appartenesse la pistola.
Fabrizio era un ragazzo dolce educatissimo e sensibile. Non viveva ad Ucria ma a Sesto fiorentino. Non doveva essere li è una morte ingiusta. L’assassino deve pagare. Si è trovato al posto sbagliato e al momento sbagliato.