Morto Antonio Mancuso, tra gli ultimi Maestri d'ascia. Un pezzo di storia tra Scilla e Cariddi

Morto Antonio Mancuso, tra gli ultimi Maestri d’ascia. Un pezzo di storia tra Scilla e Cariddi

Rosaria Brancato

Morto Antonio Mancuso, tra gli ultimi Maestri d’ascia. Un pezzo di storia tra Scilla e Cariddi

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lunedì 19 Agosto 2019 - 11:48

Messina- Aveva 93 anni. Artista del legno ha costruito le feluche che nei decenni hanno solcato lo Stretto per la caccia al pesce spada

Ogni giorno, fino a pochi mesi fa, ha continuato a recarsi nel suo cantiere, per restare tra il legno e gli strumenti di una vita, e lo ha fatto in bicicletta, da ecologista appassionato. Vero e proprio artista del legno, Antonio Mancuso, tra gli ultimi maestri d’ascia, è morto nei giorni scorsi a 93 anni.

Lupi di mare

Molto conosciuto ed apprezzato dai lupi di mare dello Stretto, negli anni ’70 insieme al fratello Domenico ha costruito le feluche che tra Scilla e Cariddi hanno dato la caccia al pesce spada.

In quegli anni è stata introdotta anche la “passerella”, quel ponte sorretto da un solo lato, sulla poppa del “luntro”, sul quale si metteva il “lanzatore” per fiocinare il pesce spada.

Le feluche

Antonio Mancuso amava lavorare il legno e modellare feluche e le sue erano inconfondibili, perché usava un solo pezzo e ci operava sopra, con passione e perizia. Fino a pochi mesi fa, pur senza più costruire o modellare il legno, amava comunque raggiungere il suo cantiere, per restare in mezzo agli attrezzi ed ai ricordi che hanno scandito il passare di tutta la sua vita, tra Ganzirri e il mare.

L’uomo e il mare

Amava la natura, il contatto dell’uomo con il paesaggio, ed utilizzava quale unico mezzo di locomozione la bicicletta, perché non inquina. Intervistato più volte, anche a livello nazionale dalla Rai, è stato senza dubbio uno dei più apprezzati maestri d’ascia, ultimo testimone di tradizioni che hanno fatto la storia dello Stretto.

foto di Marco Crupi

Un mondo che purtroppo scompare anche perché non siamo in gradi di coltivare l’arte della memoria e della nostra identità. I familiari vogliono ricordarlo perchè è davvero un pezzo di storia amatissimo a Ganzirri, un pescatore e artista del legno al quale in questi decenni moltissime famiglie hanno detto grazie per quelle feluche che hanno rappresentato il sostentamento e la tradizione.



R.Br.

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