"Le condizioni cliniche sconsigliano un ulteriore trasferimento a Messina, che non escludiamo in futuro. Grazie a tutti per averci consentito di riportarla in Italia, non mi aspettavo tanta solidarietà"
S. TERESA – “In Inghilterra è stata un’odissea. Da alcuni giorni, da quando siamo giunti alla Fondazione Poliambulanza di Brescia, si è riaccesa in noi la speranza. E’ dura. Ma sentiamo attorno a mia figlia il calore di tanta gente ed è ciò che ci dà forza. Non me l’aspettavo”.
Pippo Rigano ha la voce rotta dalla commozione. Con la moglie Maria è accanto al letto d’ospedale in cui è ricoverata Vera, la figlia 40enne in coma da un mese in seguito ad un malore che l’ha colpita mentre lavorava a Birmingham. Domenica scorsa l’appello dei genitori. La richiesta di aiuto per farla tornare in Italia, da quella terra straniera non più disposta ad assisterla nella lungodegenza. In pochi giorni Vera è arrivata a Brescia.
“Questa mattina – spiega il papà, raggiunto da Tempostretto telefonicamente – abbiamo parlato con il neurologo che sta seguendo mia figlia. Ci ha chiesto cosa intendiamo fare, come intendiamo muoverci. Qui a Brescia si sono prodigati con spirito di abnegazione, ci hanno accolti dandoci la massima disponibilità ad occuparsi del caso”.
Cosa avete deciso?
“La situazione è molto complessa. Al momento è opportuno rimanere qui, almeno per un paio di mesi. Anche in considerazione di quanto emerge dalla cartella clinica. Adesso sarebbe complicato anche un ulteriore trasferimento”.
Avete preso in considerazione l’ipotesi di portare Vera a Messina, vista la disponibilità del Centro neurolesi ad accoglierla?
“Non possiamo che ringraziare il Centro neurolesi per la disponibilità ad accogliere mia figlia e non escludiamo che in futuro Vera possa essere trasferita a Messina, dove sorge questo Centro di eccellenza. Ma al momento, ribadisco, è complicato spostarsi per una serie di motivi clinici”.
S. Teresa e l’intero hinterland hanno risposto all’appello, qui la gente è pronta ad aiutarvi ulteriormente…
“Io e il resto della mia famiglia ringraziamo quanti ci sono stati e ci sono vicini, ci hanno aiutato e pregano per Vera. Abbiamo bisogno di tante preghiere. Sinceramente non pensavo a tutto questo affetto. Ci hanno chiamati in tanti, mettendosi tutti a disposizione. Veda, in Sicilia abbiamo tanti difetti ma al momento del bisogno non ci tiriamo indietro, siamo solidali e sappiamo fare quadrato”.
Giuseppe interrompe il suo discorso. Singhiozza. E’ commosso. Ringrazia tutti, compresi l’ex sindaco di Forza d’Agrò (suo paese d’origine), Fabio di Cara e il primo cittadino di S. Teresa (dove risiede), Danilo Lo Giudice, i quali domenica scorsa hanno rilanciato attraverso i social l’appello per fare rientrare Vera in Italia. Il primo obiettivo è stato raggiunto. Ma è solo una tappa di un lungo percorso.