Un comizio fiume per il sindaco per presentare la relazione del primo anno di mandato
Quello di De Luca sulla relazione del primo anno di mandato è stato un comizio fiume, iniziato poco dopo le 18 e concluso alle 21.10.
In realtà è stato un riassunto dei comizi di questo primo anno, perché le tematiche affrontate e gli attacchi sono stati quelli già ascoltati dall’estate del 2018.
1350 pagine di relazione
“La relazione è di oltre 1.350 pagine- ha esordito De Luca– Non potevamo stamparne troppe copie per ovvi motivi di costo, ma consegneremo le cartoline per quanti volessero stamparla e poi siamo pronti ad un confronto pubblico con chiunque volesse discuterne”.
Confermata la squadra
Il sindaco ha quindi paragonato il primo anno di amministrazione ad un’auto sottoposta a controlli da un meccanico, che verifica le parti strutturali prima ancora che la parte estetica. Ha ribadito che parti della relazione finiranno sia in Procura che in Prefettura, ha confermato in toto la giunta (leggi articolo in homepage) annunciando l’ingresso in squadra da domani di Enzo Caruso e lanciando un invito al Consiglio comunale per “un assessore che sia un delegato dell’Aula”.
Ha evidenziato due aspetti sul piano economico: l’approvazione dei bilanci per la prima volta in tempi reali e la definitiva scelta del Piano di riequilibrio per evitare il dissesto.
Il mantra di De Luca
Per il resto il mantra principale sono state le partecipate ed i dirigenti, temi che per la verità hanno caratterizzato tutte le filippiche del primo cittadino dall’estate 2018.
Le coop furbette
Ha difeso le motivazioni che hanno spinto all’eliminazione delle coop con la nascita di Messina social city. De Luca si è a lungo soffermato sul sistema delle coop divenute fonte di sprechi e di vere e proprie vergogne (anche queste però più volte denunciate in questi mesi dall’amministrazione).
Poi è toccato all’Atm ed alla difesa della decisione di liquidare l’azienda.
L’Atm
“Si diceva che l’azienda era sana, eppure il consiglio non approvava bilanci dal 2012. Come mai? Se era sana perché non si erano approvati i bilanci?”.
Ha poi citato il caso dei due finanziamenti persi dall’Atm gestione Foti dei quali Tempostretto si è occupato nei giorni scorsi.
MSBC scatola vuota
E’ stata quindi la volta di Messinaservizi: “siamo partiti con una struttura che era una scatola vuota, basata sul gioco delle 3 carte. C’erano mezzi vecchissimi, nessuno li riparava. E in più c’era un direttore generale con un doppio incarico tra Roma e Messina” ha aggiunto ricordando il caso Iacomelli.
I furbetti dei rifiuti
“La tassa sui rifiuti a Messina la pagano solo 1 su 3, ma stiamo lavorando con i censimenti e la lotta agli evasori. Un terzo di contribuenti non esiste nella banca dati, sono contribuenti fantasma, un altro terzo evade la tassa. In sostanza il servizio si basa su un terzo dei contribuenti”.
Il risanamento
Quanto al risanamento ha ricordato l’operazione che ha portato alla nascita di ArisMe ed alla nuova filosofia per affrontare la vergogna delle baracche. Ha però dimenticato di essere stato il primo a dare un cronoprogramma da Mission Impossible che non è riuscito a rispettare e ha detto “dal ’90 al 2000 sono passati 10 anni prima di consegnare la prima casa e ora mi accusano di non aver finito tutto in un anno?”.
Per la verità il termine di un anno se lo era dato il sindaco da solo (anzi il primo step era di soli 3 mesi….)
L’affondo finale ai dirigenti, definiti i “padroni del pastificio”: da domani saranno 9 e non più 23, i dipartimenti 8 e non più 22.
La querelle sui dirigenti è nota ed ormai dovrebbe essere alle battute finali, perché la riorganizzazione è completata e la riduzione comporterà risparmi alle casse di Palazzo Zanca.
“Non ho rinunciato alle mie ambizioni ma prima devo riportare Messina alla normalità e su questo chiedo aiuto a tutta la città- ha concluso il sindaco– Chiedo scusa per le mie intemperanze e per il mio comportamento, ma insieme possiamo cambiarla”.
Ha dimenticato di dire riguardo ATM dei 1o milioni di euro di rimborsi che la regione è stata condannata a pagare ad ATM. Lui stesso ha più volte dichiarato che non avrebbe nei fatto ricorso perché inutile. Avrebbero dovuto restituirgli la vecchia ATM con i suoi 20 bus scassato, così poi gli esperimenti sui collegamenti a pettine avrebbe dovuto farli con i modellini per bambini. Chi dice solo ciò che gli conviene non è mai in buona fede.
Finalmente dopo 30 anni di buio Messina ha un Sindaco
Certamente non è perfetto, ma un tantino meglio dei suoi predecessori.