Il piano di razionalizzazione approntato da Poste Italiane S.p.A prevede la chiusura di una trentina di uffici postali in tutta Italia, di cui 14 solo in Sicilia
In Sicilia rischiano di chiudere 14 uffici postali, di cui 5 a Messina e a Palermo, 2 a Catania e 2 a Siracusa. Sull’argomento interviene il deputato regionale del PD Franco De Domenico, che ha presentato una interrogazione all’Assessore alla Famiglia, alle Politiche Sociali e del Lavoro Antonio Scavone.
Il piano di razionalizzazione approntato da Poste Italiane S.p.A prevede la chiusura di una trentina di uffici postali in tutta Italia. De Domenico ne evidenzia la “sperequazione territoriale “ , visto che in Sicilia è prevista la chiusura di metà di tutte quelle dell’intero Paese e, addirittura nella sola Messina 1/8 delle chiusure di tutto il piano nazionale.
“Riteniamo- afferma l’esponente del Pd – che questo disimpegno sia inaccettabile in una realtà territoriale nella quale il lavoro costituisce una vera e propria emergenza, per di più da parte di un soggetto, nella sostanza, pubblico come Poste Italiane, con risultati di bilancio che neanche le banche private possono vantare. Infatti, Poste Italiane ha prodotto nel 2018 un utile netto pari a 1,4 miliardi, pari al doppio di quello dell’anno precedente, su ricavi pari a quasi 11 miliardi, invariati rispetto al 2017”.
“Una tale emergenza nel meridione impone alle imprese pubbliche una responsabilità sociale diversa e casomai il dovere di sopperire alla carenze occupazionali, no di proporre tagli, a maggior ragione laddove si tratti di una impresa che nuota negli utili; tenendo conto che la chiusura degli uffici prelude la perdita definitiva di occasioni occupazionali per il futuro. Come abbiamo ribadito più volte (si veda una mia precedente interrogazione, la n. 982 del 23 luglio 2019, sempre in tema di disservizi postali, laddove avevo evidenziato gravi, ricorrenti e prolungati disservizi nell’erogazione del servizio postale in ampie zone della città di Messina, sfociati in un procedimento penale) Messina e il Sud non possono perdere nessun posto di lavoro pubblico, né ricevere servizi non adeguati agli standard del resto del Paese”.
“Il servizio postale universale è affidato, a fronte di un onere annuo pari a 262,4 milioni, a Poste Italiane S.p.A. che, in base a quanto stabilito dal contratto di servizio, è tenuta a garantire l’erogazione della prestazione “su tutto il territorio nazionale” al fine di assicurare, “senza alcuna discriminazione”, la “coesione sociale”, per cui la chiusura degli sportelli sottrae un presidio essenziale per l’erogazione del servizio universale, che non si articola solo nella consegna della posta, ma anche attraverso una rete capillare di sportelli che erogano servizi soprattutto di accettazione postale, utilizzati in prevalenza nelle periferie dalle fasce più deboli della popolazione”.
De Domenico ha interrogato l’assessore Scavone, “affinché si adoperi per evitare l’ennesimo ridimensionamento operativo nella nostra città di una grande azienda, che rappresenta, inoltre, un grave danno sociale, in un contesto territoriale già caratterizzato da un elevato livello di disoccupazione”.
Ha inoltre chiesto all’assessore alle Politiche Sociali e del Lavoro Antonio Scavone e al governo regionale, quali iniziative intenda assumere, e in che tempi, al fine di indurre Poste Italiane S.p.A ad erogare, nell’ambito della città di Messina, prestazioni adeguate agli standard di efficienza stabiliti dal contratto di servizio, sollecitando, altresì un’attenta verifica del servizio attualmente erogato da Poste italiane S.p.A. nel territorio di Messina da parte del Ministero dello sviluppo economico.