La Polizia ha riconosciuto uno dei tre rapinatori, già ricercato perché doveva espiare una condanna da 4 anni e 8 mesi per un'altra rapina. E solo venti giorni fa era stato trovato in una casa ma era scappato dai tetti di quelle vicine
MESSINA – Alle 19.42 il primo allarme dalla tabaccheria di Camaro assaltata, già in serata i tre rapinatori erano stati arrestati. Come hanno fatto gli investigatori a capire subito chi erano? A maggior ragione visto che erano a volto coperto? Dalla Questura non trapela molto se non che il primo identificato è stato un ricercato, il 33enne Giuseppe Surace.
Era finito sotto processo già per una rapina commessa nel 2004, quand’aveva 18 anni, ed era stato condannato con pena definitiva a 4 anni e 8 mesi, ma si era reso irreperibile. Gli agenti erano già sulle sue tracce ed erano andati vicini a prenderlo solo una ventina di giorni fa, quand’era stato trovato in una casa del rione Cannamele, a Maregrosso, con un chilo e mezzo di marijuana. Ma era riuscito a scappare dalla finestra, grazie all’aiuto di altre due persone presenti in casa, arrestate per favoreggiamento perché avevano volontariamente ritardato l’intervento delle forze dell’ordine, prima non aprendo, poi dicendo di essere soli.
La marijuana era stata ritrovata, Surace no. Fino a sabato sera, quand’ha deciso, insieme ai due complici, di rapinare la tabaccheria di Camaro. Gli agenti della sezione antirapina l’avevano già riconosciuto quella volta a Maregrosso e l’hanno riconosciuto di nuovo a Camaro. E stavolta non è sfuggito all’arresto.