La sezione Tributi della polizia municipale eleva in meno di un mese 181 verbali: poche settimane dopo il suo responsabile viene mandato in un'altra sezione per «esigenze di servizio». E il caos continua
«Totale stato di abusivismo», «stato di illegittimità», «violazione delle norme». Così, nei mesi scorsi, alcuni dirigenti del Comune di Messina, in particolare quelli dei dipartimenti Patrimonio e Tributi, definivano quello che invece noi abbiamo ribattezzato come il “far west” della cartellonistica pubblicitaria a Messina (vedi la PRIMA e la SECONDA puntata della nostra inchiesta). Un caos totale, che ha provocato disagi tra gli utenti, danni erariali alle casse di Palazzo Zanca e contenziosi evitabili. E mentre il Comune prosegue nella sua inadempienza principale, ossia la mancata adozione del Piano generale degli impianti (obbligo al quale avrebbe dovuto attenersi 18 anni fa!), senza il quale ogni regolamento risulterà qualcosa più che carta straccia, questa lunga storia continua a mostrare nuovi e se vogliamo “inquietanti” aspetti. In una delle tante riunioni dedicate all’argomento, i dirigenti del Comune evidenziarono che sarebbe stata necessaria una ricognizione degli impianti, compito del quale si sarebbe dovuta occupare la polizia municipale. Tanto Romolo Dell’Acqua, dirigente ai Tributi e Affissioni, quanto Natale Castronovo, dirigente al Patrimonio, avevano sottolineato l’urgenza di eseguire gli accertamenti «per verificare e individuare tutti gli impianti pubblicitari installati nel territorio comunale messinese in contrasto con le norme del Codice della Strada». Alla polizia municipale era stato consegnato anche un elenco di 763 impianti pubblicitari, evidentemente incompleto perché gli impianti, in città, sono almeno il doppio.
Vale la pena ricordare anche quale fosse stata la risposta, firmata dal commissario ispettore superiore Felice Sturniolo. Il quale, il 15 settembre scorso, scriveva così: «ribadendo l’esiguità del numero dei componenti la sezione e ricordando l’enorme mole di lavoro giacente relativa agli anni precedenti (circa 2000 richieste di accertamenti Tarsu da espletare), cui si sono aggiunti ulteriori 1300 richieste riferite al primo semestre 2011, questa sezione non è in grado di poter garantire entrambe le attività accertative. Considerato che l’eventuale censimento degli impianti pubblicitari necessiterebbe un periodo di tempo non inferiore a 24 mesi, si chiede di individuare le priorità da seguire». Un discorso ovvio. Scopriamo, infatti, che la sezione che si sarebbe dovuta occupare di questo arduo compito (che consiste nel “setacciare” il territorio, fotografare gli impianti, verbalizzare, ecc.) è composta da appena cinque agenti. Che nel frattempo avrebbero pure dovuto fronteggiare il “muro” della Tarsu.
Quindi, ecco il semplice discorso del commissario Sturniolo: o la Cosap e o la Tarsu. Stabilite voi la priorità. E quale fosse, qualche settimana fa, la priorità del Comune sembrava venir fuori dalle parole del comandante Calogero Ferlisi: «Questo comando, compatibilmente con le altre improrogabili esigenze di servizio, effettuerà con sollecitudine le dovute verifiche, al fine di accertare e reprimere le irregolarità eventualmente riscontrate». Verifiche siano, allora. E qui viene il bello. Anzi, il brutto. In circa un mese gli uomini di Sturniolo, setacciando solo il viale Italia e il viale Principe Umberto, più qualche altra strada, mettono nero su bianco ben 181 verbali, tra violazioni del Codice della Strada e accertamento di mancato pagamento della Cosap. Un gran lavoro, il primo tentativo di far rispettare le regole dopo 30 anni di anarchia, sebbene parziale perché fin quando la “testa” (il Comune) continua ad essere inadempiente, le “braccia” (la polizia municipale o chicchessìa) rischia di avere le armi spuntate. Comunque i 181 verbali vengono elevati, rispondendo anche alle continue pressioni degli uffici comunali, che non lesinano l’invio delle frequenti lamentele delle aziende del settore e delle associazioni di categoria.
E’ la svolta? Sì, ma non nel senso che ci si potrebbe aspettare. Primo segnale: ai verbali della polizia municipale dovrebbe seguire l’ingiunzione di rimozione dei cartelloni, ma questa non avviene. Cosa sta succedendo? Il 20 ottobre il commissario Sturniolo invia al comando una relazione sul lavoro svolto. Otto giorno dopo arriva il premio: il trasferimento. Da responsabile della sezione Tributi a sottomesso della sezione Patrimonio immobiliare. Si tratta, andiamo a scoprire, del 31esimo trasferimento in 33 anni per Sturniolo, comunicato dal comandante Ferlisi, «sentito il sindaco», e motivato da «pressanti ed improrogabili esigenze di servizio». Quali siano le «pressanti ed improrogabili» esigenze di servizio al momento è un mistero. Noi ci rifacciamo alla legge del Karma: ogni azione ha una conseguenza. Una buona azione ha una buona conseguenza, una brutta al contrario. Evidentemente il severo lavoro del commissario Sturniolo, vista la conseguenza, non è stato giudicato come una buona azione. Che poi tutto questo risponda ai principi di buona amministrazione, è tutto un altro discorso.
sindaco,assessori ed assassinati,fra poco farete tutti la fine del Ba-nano e non ve rendere conto.Poi al gran cimitero ed amen….
banana republic