Il commento di Rosaria Brancato
Martedì 22 novembre, poco dopo le 15, dopo almeno tre sedute e 48 ore di dibattito, i consigli comunale e provinciale in seduta congiunta votavano, faticosamente, un documento sugli ormai noti 160 milioni di euro destinati dal governo alle zone alluvionate del 2009 e rimasti bloccati per colpe e omissioni equamente distribuite. Mentre i consiglieri litigavano il ponte Calderà a Barcellona era già crollato, il fango e la pioggia devastavano la zona tirrenica. Di lì a poche ore l’alluvione avrebbe portato oltre alla distruzione, anche la morte, con tre vittime a Saponara. Sta tutto in questa immagine il nostro fallimento e la differenza tra tragedie uguali, Messina e Genova. Due anni dopo i 37 morti ancora i palazzi stavano a discutere su come e quando recuperare le somme che ci spettano di diritto, anzi, ci spettavano subito. E mentre i consiglieri (quelli rimasti in aula) di maggioranza ed opposizione limavano le virgole del documento e litigavano su chi fosse la responsabilità dell’ “improvvisa scomparsa dei 160 milioni”, se di Berlusconi o anche di Lombardo in quota parte, in quegli stessi momenti la tragedia si stava ripetendo, uguale, nel versante opposto. Come se 37 morti e due anni fossero trascorsi senza lasciare traccia. Loro ancora a litigare sul nulla in aula e fuori il fango a ricordare che le parole senza i fatti sono gusci vuoti. Da subito, mentre ancora si scavava a Saponara per estrarre i corpi, sono iniziati i commenti, le reazioni del mondo politico. Il passato non ci ha insegnato nulla, e neanche il presente. L’unico augurio che possiamo fare a noi stessi è che stavolta i finanziamenti arrivino sul serio e persino prima delle promesse. Che arrivino tutti e non si disperdano nei rivoli delle prebende e delle finte consulenze, che arrivino in fretta, prima che un nuovo acquazzone ci ritrovi, magari tra due anni, ancora a litigare sul perché i fondi non sono arrivati e chi è il cattivo di turno. Le responsabilità del dopo-Giampilieri, di una differenza profonda tra Nord e Sud, sono di tutti ma sono soprattutto nostre e della nostra classe politica. Le responsabilità non sono del perfido Berlusconi (troppo facile) e della Lega brutta e cattiva che ci toglie i soldi per darli al Nord. Sono anche di chi fino a ieri ha sostenuto un governo che ha ignorato i nostri morti ed oggi scrive invece lettere aperte al neo Presidente del Consiglio Monti, invitandolo a non ripetere gli errori che altri hanno commesso in passato. Scordando che, appena ieri, mentre venivano commessi quegli errori, i nostri rappresentanti erano girati dall’altra parte,o peggio, hanno fatto finta di non vedere. I nostri deputati messinesi erano con la maggioranza, ed a lungo hanno dato fiducia ad un governo “distratto” su Giampilieri. I nostri deputati hanno votato e sostenuto la maggioranza e solo all’ultimo minuto, quando ormai era chiaro che un’era stava finendo si son ricordati di Giampilieri. Le responsabilità sono anche le loro. E le responsabilità sono anche di chi è alla Regione, perché è proprio lì che nessuno si è accorto che ci stavano sfilando da sotto il naso 160 milioni di euro con l’alibi del patto di stabilità. Le responsabilità sono di quanti, all’opposizione, non hanno saputo battere i pugni con forza, fino a farli sanguinare, quando occorreva. Discuterne martedì sera, mentre un altro alluvione consegnava nuove vittime alla colpevole politica del lasciar passare è non solo tardivo, ma sa persino di amara beffa. Risparmiateci, tutti, i commenti dopo la nuova tragedia. Il silenzio da parte della politica è in questo momento un atto dovuto di dignità e rispetto nei confronti dei morti, dei sopravvissuti,dei testimoni e dei vivi. Forse, l’unica parola che possiamo dire al piccolo Luca, a Luigi, a Giuseppe e ai loro 37 fratelli è “scusateci”. Poi però, facciamo silenzio.
Rosaria Brancato
x Rosaria Brancato.Sommessamente le vorrei ricordare che quelle faccia di bronzo che “unni mi chiovi mi sciddica” sono stati votati e portati li da cittadini che ora dovrebbero avere il coraggio di dire “la COLPA è ANCHE MIA”.La classe politica ha una sua visuale:” se mi interesso a questo lavoro quale ritorno ne ho io?? questo è il loro interesse il “business” al di fuori “cu mori mori e cu campa campa…
Chapeau!
…un tempo a Messina si diceva che Fabio Mazzeo sarebbe stato un buon giornalista se avesse fatto solo il giornalista, oggi direi che Rosaria Brancato sarebbe una brava giornalista se facesse solo la giornalista; la controprova? il pezzo fila liscio e nell’assoluto rispetto della verità storica fino a quattro righe dalla fine, poi arriva la controsterzata: una classe dirigente locale che dovrebbe tacere per rispetto dei morti e dei vivi etc etc…no, la classe dirigente locale – parlamentari regionali e nazionali inclusi – dovrebbe andarsene a casa, o perlomeno essere messa sotto inchiesta per quanto accaduto a Giampilieri, Saponara e Barcellona, ma non solo. quanto sarebbe brava Rosaria, se non le piacesse troppo fare anche l’addetto stampa…
condivido l’articolo della giornalista ma non collegherei il disastro attuale con i finanziamenti per Giampilieri.Se pure avessimo avuto per tempo le somme dovute,sicuramente non sarebbero state spese per Saponara o per Barcellona.I nostri problemi sono ben più gravi della mancanza di fondi! Nascono principalmente da un modo di gestire la cosa pubblica che non programma ,che non pianifica,che non segue priorità reali,che non coordina,che spreca risorse umane ed economiche,che non mette a fuoco gli obiettivi.Abbiamo un sistema politico-amministrativo che ha come unico obiettivo quello di mantenere se stesso!!
I Nomi e cognomi di chi ha governato questa provincia negli ultimi decenni li conosciamo tutti. Appartengono alla stessa classe dirigente che ancora oggi occupa le poltrone del potere. Ieri Giampilieri oggi Saponara domani chissà dove. Non serve essere esperti per capire che ogni angolo della nostra provincia e della nostra città è ad altissimo rischio idrogeologico. La prevenzione è l’unica opera pubblica di cui Messina ha bisogno.