Taormina. Un progetto per mettere in sicurezza il "Sirina", torrente tra i più pericolosi della Sicilia

Taormina. Un progetto per mettere in sicurezza il “Sirina”, torrente tra i più pericolosi della Sicilia

Carmelo Caspanello

Taormina. Un progetto per mettere in sicurezza il “Sirina”, torrente tra i più pericolosi della Sicilia

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lunedì 20 Gennaio 2020 - 15:32

La gara è stata aggiudicata dal raggruppamento temporaneo di imprese coordinato dalla Eidos Consulting di Agrigento

TAORMINA – La Regione ha finanziato la progettazione esecutiva della messa in sicurezza del torrente Sirina. I cittadini confidano che l’opera possa essere avviata in tempi rapidi in modo da eliminare i rischi alla pubblica incolumità in un’area, tra Taormina e Giardini Naxos, flagellata più volte nel corso degli ultimi lustri dalle avversità atmosferiche. Il torrente Sirina è considerato tra i più pericolosi dell’Isola per le sue caratteristiche idrogeologiche e geomorfologiche. Ma anche per l’alto indice di urbanizzazione.

La progettazione dell’opera è stata finanziata dall’ufficio contro il dissesto idrogeologico, guidato dal presidente della Regione Nello Musumeci e diretto da Maurizio Croce. La gara è stata aggiudicata dal raggruppamento temporaneo di imprese coordinato dalla Eidos Consulting di Agrigento. Gli interventi consistono nella realizzazione di briglie a pettine e nella collocazione di barriere di protezione passiva. Si procederà inoltre a una progressiva riduzione della velocità di ruscellamento attraverso la creazione di aree di calma, utili a spezzare l’energia idrodinamica e a limitare il trasporto di materiali a valle, nel rispetto degli equilibri idrogeologici del bacino.

Il bacino idrografico del torrente Sirina si trova a sud dell’abitato di Taormina e sfocia nella baia, lungo la costa jonica. Per i tecnici la sua pericolosità è elevatissima a causa delle forti pendenze del tracciato, dei versanti che risultano privi di vegetazione e della mancata manutenzione straordinaria. Il torrente in piena ha travolto automobili che si trovavano in prossimità del letto del fiume e danneggiato manufatti e infrastrutture. L’ultimo e più grave episodio risale al settembre 2015. Oggi, finalmente, la previsione di opere di riqualificazione e di recupero ambientale del canale, in un contesto totalmente urbanizzato con abitazioni, strade, una stazione ferroviaria e un ospedale, il San Vincenzo.

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