Casa Nostra: il Tribunale di Messina dà ragione ai proprietari degli alloggi

Casa Nostra: il Tribunale di Messina dà ragione ai proprietari degli alloggi

Rosaria Brancato

Casa Nostra: il Tribunale di Messina dà ragione ai proprietari degli alloggi

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lunedì 27 Gennaio 2020 - 11:46

Una vicenda ultradecennale che riguarda "il mostro di cemento" diventato un incubo per decine di famiglie

La battaglia in Tribunale è iniziata più di 10 anni fa ed ha fatto seguito ad un’incredibile odissea vissuta dai proprietari delle abitazioni nel complesso Casa Nostra su tutta una serie di fronti. Un vero e proprio “mostro di cemento”, diventato un incubo per decine di famiglie. Adesso a porre fine al contenzioso dei residenti, assistiti dell’avvocato Santi Delia, è stato il Tribunale di Messina che ha dato ragione alle famiglie.

Casa Nostra e Cosa Nostra

Le vicende del consorzio di cooperative Casa Nostra finirono alla ribalta nazionale sul finire degli anni ’80, con processi anche su mafia ed edilizia. Il caso finì sui tavoli del Parlamento e della Commissione nazionale antimafia che definì la vicenda “un gigantesco scandalo che da oltre venticinque anni è un esempio clamoroso del profondo inquinamento della vita sociale della città di Messina e dell’intera Sicilia, da parte di un sistema politico-affaristico organicamente collegato con le organizzazioni mafiose”.

L’inizio dell’incubo

Il consorzio nasce nel 1976, formato da 9 cooperative con l’obiettivo di realizzare centinaia di alloggi a Ritiro. I lavori verranno realizzati dall’impresa Sicis spa di Bagheria, società direttamente riconducibile ai vertici mafiosi ed i cui beni sono stati posti sotto sequestro nel 1999. La Sicis s.p.a., secondo quanto si apprende dalla relazione della commissione nazionale antimafia del 2006, era direttamente legata al bossMichelangelo Alfano, il quale, sin dal momento del suo arrivo a Messina, riesce a condizionare gli appalti immobiliari privati attraverso l’imposizione della società sicis stessa (riconducibile ai Bruno di Bagheria e titolare di quote della Thermoplastic, società riconducibile direttamente ad Alfano e che dalla Sicis riceveva cospicue commesse)”.

Il contenzioso

Tra le più rilevanti operazioni immobiliari c’era appunto la costruzione del complesso “La Casa Nostra” ed in questo contesto si innesta il contenzioso tra il Comune di Messina nella qualità di espropriatore, le Cooperative assegnatarie del terreno come delegate all’esproprio, i proprietari degli alloggi assegnati dalle cooperative ed, infine, i legittimi proprietari del terreno espropriato. Una controversia ultradecennale che si è conclusa nei giorni scorsi.

Le richieste degli espropriati

Una questione di fatto assai comune per gli acquirenti (migliaia in Italia) di edilizia economica e popolare che, dopo l’assegnazione degli alloggi, vengono spesso investiti di ingenti richieste da parte dei terzi coinvolti a vario titolo nella costruzione degli immobili. La domanda di tanti acquirenti è: possono i terzi rivolgersi direttamente ai proprietari degli immobili certamente più solvibili rispetto a fantomatiche Cooperative o Consorzi?

Le coop insolvibili

Il primo procedimento giudiziale risale al 1996 quando i proprietari dei terreni, dopo aver subito l’espropriazione, agirono contro le cooperative assegnatarie e delegate all’esproprio dal Comune, per vedersi riconoscere il risarcimento del danno a causa dell’illegittima occupazione del loro terreno. La giustizia dava loro ragione assegnando congrui risarcimenti da eseguire, appunto, nei confronti delle Cooperative o dei Consorzi.Ma le Cooperative condannate erano insolvibili, così i proprietari dei terreni espropriati hanno spostato la richiesta direttamente nei confronti di chi aveva acquistato le case.

La beffa per gli acquirenti

Il Tribunale di Messina ha accolto i ricorsi emettendo decreti ingiuntivi e condannando gli acquirenti delle case al pagamento immediato nei confronti degli espropriati. In sostanza gli assegnatari delle case avrebbero dovuto pagare al posto delle Cooperative risultate insolventi (nella migliore delle ipotesi).

Sentenza storica

Il Tribunale di Messina però nei giorni scorsi ha dato ragione agli acquirenti,  sostenendo che gli espropriati avrebbero dovuto rivalersi direttamente con Comune e Consorzio (nel frattempo incappato in guai giudiziari) e non con gli assegnatari delle case. Con questa storica sentenza l’Avvocato Delia, consegue una vittoria nell’ambito dei diritti dei soci delle Cooperative edilizie e, commenta: “Oggi siamo di fronte ad una pronuncia storica che permette a migliaia di cittadini coinvolti in incauti acquisti di alloggi di edilizia economica e popolare che hanno coinvolto Cooperative per lo più fallite o in liquidazione e che hanno incassato e sperperato migliaia di euro di essere più sereni rispetto alla loro proprietà di fronte a terzi creditori delle Cooperative stesse”.

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