Il sostituto procuratore Liliana Todaro ha chiesto il rinvio a giudizio per un medico del reparto di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico che nel giugno del 2010 rifiutò di aiutare una donna ad abortire in quanto obiettore di coscienza. La paziente partorì il feto nel water della sua stanza d'ospedale.
Dovrà rispondere davanti al gup di omissione d’atti d’ufficio un medico di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico che lasciò che una donna partorisse il feto nel bagno della sua stanza, senza darle assistenza. Il professor Leone Scurria, come altri suoi colleghi, era obiettore di coscienza e si sarebbe rifiutato di procedere con l’aborto terapeutico. Il sostituto procuratore Liliana Todaro, titolare dell’inchiesta, ha chiesto il rinvio a giudizio per il professionista messinese.La donna, una 37enne, l’8 giugno del 2010 si era sottoposta ad un’ecografia ed aveva scoperto che il feto era affetto da alcune gravi patologie, compresi problemi di natura cardiaca. Patologie che furono confermate da una nuova ecografia effettuata il giorno successivo. La donna chiese di essere sottoposta ad aborto terapeutico e la sera dell’11 giugno cominciò ad avere forti contrazioni e chiese l’intervento di medici ed infermieri. Nella stanza della 37enne si recò solo un infermiere ma solo per avvertirla che nessun medico del reparto sarebbe intervenuto poiché erano tutti obiettori di coscienza. Alla puerpera, con l’assistenza della madre, intorno all’una di notte non rimase altro da fare che recarsi in bagno e partorire il feto nel water. In nottata fu sottoposta a raschiamento e la mattina seguente fu dimessa dal Policlinico. I familiari presentarono una dettagliata denuncia che fece scattare inchiesta giudiziaria.
Come si vede che l’aborto terapeutico e, l’aborto non terapeutico, non si pagano……:-(
Obiettori solo in Ospedale…..a pagamento invece……