Riceviamo e pubblichiamo la poesia di Gianni Malambrì scritta in questi giorni di Messina "ai tempi del coronavirus"
Il leone sta ruggendo…
Fa paura il frastuono,
che nell’animo sento,
è un silenzio assordante,
che fischia come il vento
e come pioggia scrosciante,
segue improvvisa il tuono.
Intorno tutto è deserto,
la città è vuota, spettrale,
ora abbiamo paura del “male”.
Brilla come sempre il mare,
che il sole va ad accarezzare.
Sibila il vento nello Stretto,
non suona la sirena del traghetto
e le rondini tornano sul tetto.
I treni non sanno dove andare,
non hanno gente da portare.
A mezzodì il tocco batte al Duomo,
ma la piazza è sola, non c’è uomo,
dal campanile il leone sta ruggendo…
mentre il gallo canta rispondendo,
e l’Ave Maria s’ode come preghiera.
Nella clessidra passa lentamente
il tempo, ma inesorabilmente.
Si cerca nella mente una risposta,
al dramma che si vive senza sosta,
che ferma il cuore e cancella vite.
Attoniti possiamo solo sperare,
che la scienza la cura possa trovare,
perché il mondo a vivere deve tornare.
L’umanità con fede implori il Signore,
affinché ci salvi tutti col Suo amore.
Gianni Malambrì