Al tavolo tecnico voluto da Mario Centorrino si era decisa la fusione tra Petrarca e Ganzirri. Poi è saltato tutto, danneggiando le direzioni Ganzirri e Paradiso e favorendo solo il Petrarca. Di cui è preside Rosalia Schirò, cognata dell’ex sindaco Genovese. Di cui era assessore proprio Centorrino
Troppe ombre, troppi tasselli che non vanno al loro posto, troppe “storture” nel piano di dimensionamento scolastico. Una nuova nota polemica sul Piano “partorito” dalla Regione (assessore al ramo è il messinese Mario Centorrino) arriva dal dirigente scolastico della direzione didattica Ganzirri. Proprio a Ganzirri si è sviluppato un caso “emblematico”, che D’Agostino riepiloga. Tutto inizia con la circolare regionale del 5 ottobre 2011. Un elenco di criteri «sacrosanti», tra cui due in particolare: «Nei casi di fusione o aggregazione di scuole del primo ciclo, nell’ottica di una valida razionalizzazione e di un riequilibrio dell’offerta scolastica sul territorio di riferimento, che preveda dimensioni ottimali per tutte le istituzioni scolastiche e la loro diffusione capillare nel territorio, va privilegiata la costituzione di Istituti comprensivi di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado con riferimento alla maggiore vicinanza territoriale dei plessi scolastici». E l’altro: «si dovrà tenere conto della concreta possibilità delle Istituzioni scolastiche di risultare nel tempo centri dotati di oggettiva capacità di interlocuzione nei contesti territoriali in cui operano e quindi garantire alle stesse stabilità nel tempo». Dal consiglio d’istituto di Ganzirri arriva dunque una proposta, che suggerisce la fusione con il Petrarca e la costituzione di un nuovo Istituto comprensivo di Ganzirri, proponendo anche la cessione della sede di Torre Faro dell’Evemero da Messina. La proposta ha l’ok del Comune (che già nel 2009 aveva sollecitato analoga soluzione), poi quello dell’Ufficio scolastico provinciale, quindi dei sindacati (che seppur critici su alcuni aspetti non esprimevano alcun appunto sulla fusione). Persino all’ormai “famoso” tavolo tecnico convocato dall’assessore regionale Centorrino viene ratificata e verbalizzata la fusione delle due scuole, alla presenza anche del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Altomonte.
Poi succede qualcosa. Poi, con quello che il prof. D’Agostino definisce «un colpo di teatro, teatro scadente», nel documento finale inviato al Ministero la fusione viene di fatto sostituita «da un pasticciaccio», che coinvolge (secondo D’Agostino «mette nei guai») un’altra direzione didattica, quella di Paradiso, che viene “defraudata” di ben due plessi di Curcuraci per essere “regalati” all’Istituto Petrarca diretto dalla preside Rosalia Schirò, affinché così raggiunga la quota di sicurezza in quanto ad alunni (ad oggi sotto i 600). «A proposito – si chiede D’Agostino – perché donare questi due plessi di circa 50 alunni proprio al Petrarca e non invece alla direzione didattica di Ganzirri o meglio, perché non lasciarle dov’erano per non “inguaiare” la Paradiso?». Già, perché? Il puntoè che sotto i 600 alunni le scuole, per normativa ministeriale, il prossimo anno scolastico non dovrebbero più contare sulla titolarità di un dirigente scolastico e di un direttore dei servizi (salvo una assai improbabile e assai peregrina ipotesi di deroga ministeriale solo per la Sicilia). «Con questa operazione, nelle intenzioni dell’assessore, Mario Centorrino, già assessore comunale di Genovese sindaco alcuni anni orsono, si voleva forse salvare la dirigente dell’Isituto Petrarca, prof.ssa Rosalia Schirò, meno anziana in servizio del sottoscritto e, quindi, a fortissimo rischio nella successiva e naturale “competizione” per mantenere la sola presidenza disponibile il prossimo anno scolastico?», si chiede D’Agostino, che sottolineando il trascorso di Centorrino come assessore della giunta Genovese, ci rende inevitabile ricordare che Rosalia Schirò è cognata proprio di Francantonio Genovese.
Dubbi a parte, resta il fatto che in un colpo solo verrebbero danneggiate due direzioni didattiche, Ganzirri e Paradiso, coi relativi dirigenti e direttori di servizi, si verrebbe meno ai criteri indicati dallo stesso assessorato regionale per il piano di dimensionamento e soprattutto si verrebbe meno agli accordi presi al tavolo tecnico attorno al quale erano sedute tutte le parti in causa. Centorrino ha già spiegato che «solo per circoscritte situazioni l´assessorato si è discostato dalle indicazioni formulate in sede di tavolo tecnico, a seguito di una valutazione positiva di una serie di osservazioni pervenute da soggetti istituzionali, culturali, occupazionali, espressioni di specificità territoriali in data successiva alla concertazione del tavolo tecnico». D’Agostino però si chiede «in quanto tempo sono state esaminate tali “illuminate” osservazioni extra-time (per ben 34 casi!), se il tavolo tecnico si è concluso la tarda sera del 1. febbraio ed il Piano è stato inviato al ministero già la mattina dell’8 febbraio? Solo qualche giorno per… “accontentare” gli illuminati ed “amichevoli” suggerimenti e quasi due mesi per portare a sintesi le proposte delle nove province siciliane ed infine convocare il tavolo tecnico proprio sul filo di lana ed oltre delle scadenze assegnate dal Ministero». L’ultima considerazione del dirigente D’Agostino è a questo punto ovvia: «A che serviva il tavolo tecnico voluto proprio dall’assessore Centorrino ? Una comparsata a danno degli intervenuti, direttore generale dell’Usr compresa?».
Ha volte non tutte le ciambelle riescono col buco ??????