Una lettera indirizzata allo Iacp per chiedere il blocco degli affitti. Ma anche a Comune e Prefettura. Chiedono di non essere abbandonati
Gli appelli si moltiplicano. Le richieste di ascolto e di aiuto sono sempre più numerose. A Messina l’emergenza Coronavirus rischia di distruggere pezzi importanti di economia cittadina. Dopo aver chiuso tutto e atteso con pazienza e in silenzio, adesso commercianti e imprenditori vogliono farsi sentire. C’è chi protesta, chi alza la voce, chi si riunisce in comitati per farsi ascoltare. Da piazza Castronovo arriva così il grido d’aiuto dei commercianti che in quella zona, fino a un mese e mezzo fa, tenevano vivo il quartiere. Hanno negozi diversi: abbigliamento, un’ottica, un parrucchiere, una rosticceria, un bar, una pasticceria. Uniti nel chiedere aiuto e attenzione.
«Siamo un gruppo di commercianti che, a fronte di importanti impegni economici e continui sacrifici personali, abbiamo scommesso sulla nostra città, con attività imprenditoriali nella zona di piazza Castronovo. Attività destinate a servizi e vendita al dettaglio e cura della persona. Piccole aziende che non solo quotidianamente contribuiscono al mantenimento dei livelli occupazionali – con importanti impegni a livello contributivo e previdenziale nei confronti delle maestranza – ma rappresentano certamente una fonte di sviluppo per una zona cittadina che, sebbene tra le più popolate, non ha mai avuto la giusta gratificazione e la giusta attenzione da parte della politica locale.
L’emergenza Covid 19, e ancor più i decreti nazionali, le ordinanze regionali e cittadine, hanno causato un danno difficilmente sanabile alle nostre attività. Ritenute, a torto o ragione, non di primaria importanza e, quindi, obbligate ad abbassare le saracinesche da circa 2 mesi. Sessanta lunghi giorni di sospensione che, però, non solo non hanno consentito alcuna nostra attività, e quindi alcun introito, ma non hanno previsto il blocco di bollette, tasse, obblighi verso i proprietari degli immobili da noi presi in affitto.
L’appello all’Iacp
Il nostro vuol essere un grido d’allarme per le gravissime e non evitabili conseguenze che lo stato delle cose a breve porterà alle nostre attività. Siamo tutti affittuari di botteghe di proprietà dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Messina, obbligati, per vincolo contrattuale, a versare – senza al momento alcuna possibilità di deroga – i non certamente economici canoni all’Iacp, addirittura in via anticipata. Un impegno importante e gravoso che avevamo scommesso di affrontare, certi della possibilità di poter contare sugli introiti delle nostre attività. Introiti che sono venuti improvvisamente a mancare, non garantendo così neppure alcun reddito alle nostra famiglie la cui economia, spesso e nella maggioranza dei casi, si basa solo sui proventi del nostro lavoro.
Alcuni di noi hanno già inviato all’Iacp richiesta di sospensione o rinvio di tale obbligo, la cui prossima imminente scadenza è prevista nel mese di maggio, ma nessuna risposta ufficiale è ancora giunta. Alla luce di quanto appena espresso chiediamo ufficialmente, riservandoci di costituirci in comitato, all’Istituto Autonomo Case Popolari di Messina di essere sollevati – anche temporaneamente così come già deliberato dall’Iacp di Bergamo e Napoli – dal pagamento delle somme dovute e di poter avere indicata una nuova data per il versamento esclusivamente dei primi canoni maturati immediatamente dopo la riapertura, ferma restando la validità per le scadenze successive dei ratei maturati.
Suolo pubblico e tasse
Chiediamo anche al Comune di Messina, e per competenza all’assessore al ramo, alla luce delle nuove normative che non consentiranno all’utenza di stazionare in spazi chiusi, di valutare la possibile concessione gratuita degli spazi esterni alle nostre attività, al fine di consentirci possibili iniziative che consentano la ripresa del settore e il coinvolgimento, nel rispetto dei dettami che saranno promulgati a tutela delle persone, della cittadinanza. Al sindaco e al consiglio comunale, per competenza, di valutare la sospensione o, ancor meglio, la drastica riduzione, di tasse e oneri dovuti per pubblicità e occupazione suolo, nonché per ogni e qualsiasi tassa di competenza locale.
Chiediamo alla Camera di Commercio, e alle nostre associazioni di categoria, di valutare ogni e possibile iniziativa che possa garantirci una più serena – laddove possibile – ripresa delle nostre attività.
Chiediamo un tavolo istituzionale per un civile confronto al fine di valutare ogni e possibile azione per il ripristino delle normali attività lavorative, senza escludere la possibilità di aiuti concreti negli obblighi di sanificazione all’interno delle nostre attività imprenditoriali.
- Fashion moda di Santino Santoro
- Outloook by Leons Point Ottica
- Parrucchiere per uomo Mario Raffaele
- Pasticceria gelateria Luca Benevento
- Pizza Sprint City di Costa Antonino
- Bar delle Rose di Martorana Antonino
- Ferramenta Multicolor di Schillaci