Da Palermo il presidente Nello Musumeci e l'assessore Scavone hanno voluto la loro operazione verità sui ritardi per la cassa integrazione in Sicilia
«Voglio chiedere scusa a tutti i lavoratori che hanno atteso e attendono di riscuotere le risorse della cassa integrazione. So di tante sofferenze, abbiamo ricevuto lettere di centinaia di lavoratori e anche di figli di quei lavoratori che hanno evidenziato lo stato di ansia in cui vivono tante famiglie in attesa dei soldi. Chiedo scusa e mi assumo per intero la responsabilità politica di quello che è accaduto. Quando ci sono errori è il vertice che deve metterci la faccia senza cercare alibi. Vi assicuro che andrò fino in fondo per capire se c’è stata condotta dolosa nei ritardi per la corresponsione del denaro legato alla cassa integrazione. Se c’è stata responsabilità da parte di qualcuno vi assicuro che pagherà. di qualcuno pagherà».
Con queste parole, il presidente della Regione Nello Musumeci ha aperto la conferenza stampa da Palazzo d’Orleans insieme all’assessore al Lavoro Antonio Scavone dopo la bufera esplosa in Sicilia per i gravi ritardi sulle pratiche di migliaia di lavoratori in attesa della cassa integrazione in questa emergenza Coronavirus. Il presidente Musumeci e l’assessore hanno parlato di operazione verità, per fare chiarezza e rispondere anche agli “sciacalli e alle iene”, così li ha definiti Musumeci, che anche in momenti emergenziali come questo non aspettano altro che avventarsi sulla preda.
I ritardi e gli errori
Musumeci parla subito di un sistema informatico che non è stato all’altezza di questa situazione. Ma anche della prima conseguenza di questa bufera: «Il Direttore del Dipartimento Lavoro Vindigni ha consegnato ieri la sua lettera di dimissioni che immediatamente abbiamo accettato perché un direttore deve sempre rispondere del malfunzionamento delle strutture. Ha fatto il direttore solo per qualche settimana, è una persona per bene, si è trovato nel momento sbagliato e ha voluto responsabilmente lasciare. Ha fatto bene, tornerà a dirigere l’Ufficio del Lavoro di Ragusa. Ma la colpa dal punto di vista politica è solo mia. Adesso stiamo recuperando nel più breve tempo possibile. Ma chi dice che queste cose accadono solo in Sicilia è bugiardo, è tutto il sistema che non funziona. Gran parte delle Regioni in Italia stanno soffrendo perché la procedura è particolarmente complessa».
Quando sarà pagata?
Musumeci fa un punto sui numeri: ad oggi sono 40 mila le domande presentate, quelle trattate sono 27400. Il problema però, spiega il governatore, è la procedura particolarmente farraginosa perché dopo il controllo degli uffici regionali ci sono altri due passaggi, comprese le verifiche dell’Inps. E se c’è anche un minimo errore di trascrizione la pratica viene respinta.
« La prossima settimana potremmo completare la trattazione di tutte le 40 mila pratiche. Stiamo facendo il possibile, siamo ottimisti».
Il caso dei 10 euro a domanda
Musumeci parla anche del caso dei 10 euro a pratica, ma definisce la questione “un fuoco di paglia”. «L’accordo è stato sconfessato dagli stessi sindacati e io non ho voluto mettere benzina sul fuoco perché abbiamo grande rispetto dei lavoratori e di chi li rappresenta ma abbiamo anche grande disprezzo per chi, approfittando del proprio ruolo, pensa di poter speculare».
L’assessore Scavone, finito al centro di tante richieste di dimissioni, ammette i ritardi e gli errori. «Siamo partiti in ritardo, abbiamo avuto problemi con gli strumenti approssimativi che c’erano a disposizione per trattare una mole così grande di pratiche. Ma non è un problema solo nostro, oggi gli assessori di tutte le regioni incontrano il Ministro Catalfo per discutere dei problemi di un sistema così pesante. Le richieste di cassa integrazione in deroga in Sicilia sono ad oggi 40 mila, ma c’è una quantità incredibile di errori, moduli sbagliati, trascrizioni errate, aziende che non appartengono al sistema. E gli uffici devono analizzare ogni domanda una per una.
I numeri della cassa integrazione in Sicilia
I dati aggiornati a ieri sera dicono che ci sono state 27407 pratiche su 40 mila già trattate. Di queste, 14600 sono i decreti fatti nei confronti delle aziende della Regione. 1500 le pratiche esitate negativamente. 6 mila domande sono in completamento. 4 mila sono le imprese artigiane che hanno fatto domanda in questo sistema ma che invece dovevano farla in altro modo. Le pratiche già concluse e autorizzate dall’Inps in Sicilia sono circa 7500 e riguardano 19 mila lavoratori per oltre 33 milioni di ristoro che va a questa platea. Negli ultimi due giorni sono stati esitati 6500 decreti. Siamo stati l’unica Regione che non ha avuto il flop informatico. I dipendenti hanno lavorato tutti i giorni, compresi 25 aprile, 1 maggio, sabati e domeniche. Ieri ho incontrato tutti i direttori dei Centri per l’Impiego e hanno ribadito che i dipendenti non solo non hanno chiesto nessun extra ma non sono disposti ad accettarli».
Gli aiuti per l’emergenza Coronavirus
Musumeci e l’assessore hanno parlato anche delle misure di sostegno delle fasce più povere della Sicilia in questa emergenza Coronavirus. «Con la Finanziaria regionale andiamo oltre l’aiuto alimentare in Sicilia. Su questo ampliamento dell’utilizzo delle risorse abbiamo chiesto e ottenuto la procedura diversificata all’Unione europea. Abbiamo messo in campo 100 milioni di euro che non sono 100 milioni di illusioni, ma 100 milioni di risorse. Intanto ne abbiamo erogati 30. I Comuni che hanno chiesto queste risorse sono 320 su 390 comuni siciliani. Molti Comuni intanto hanno potuto spendere le risorse del Governo, adesso avranno a disposizione anche quelle regionali per continuare a sostenere le fasce deboli in questa emergenza Coronavirus». Risorse che nei Comuni si traducono nei buoni spesa e buoni bolletta, a Messina per esempio con le risorse nazionali e regionali è stata attivata la Family card e in questi giorni anche le domande per il rimborso delle bollette.
Musumeci su un punto ha ragione, il sistema informatico della Regione Sicilia è penoso, arcaico, già obsoleto quando è stato acquistato. Le caselle di posta ufficiali, quelle del dominio “regione.sicilia.it” permettono la visualizzazione di solo dieci e mail per volta, con un sistema di funzionamento che già venti anni fa era vecchio, bastano poche e mail con un allegato per riempirle e metterle in condizione di non funzionare. In questo periodo che gran parte dei dipendenti regionali lavorano da casa le e mail istituzionali sono sempre stracolme. Sembra impossibile nel 2020 ma è così.