L'ex assessore regionale siciliano Giovanni Pizzo è stato assolto dall'accusa di bancarotta fraudolenta dopo il fallimento dell'Ati Hospital Santa Rita a Messina, di cui era amministratore
L’ex assessore regionale Giovanni Pizzo è stato scagionato dall’accusa di aver pilotato il crack del gruppo sanitario Ati Hospital Santa Rita, che ha gestito l’omonima casa di cura fino al 2012. La II sezione del Tribunale di Messina (presidente Pagana) lo ha assolto perché il fatto non sussiste. La bancarotta del gruppo, insomma, non fu fraudolenta.
L’Accusa oggi, rappresentata dal Pm Roberto Conte, aveva invece sollecitato la condanna a 3 anni e 4 mesi ma la Corte – in attesa di leggere le motivazioni – sembra aver dato ragione ai difensori, gli avvocati Salvatore Daniele Giannone e Carmelo Scillia.
Al processo hanno sfilato diversi testimoni, compreso l’ex assessore regionale della sanità dell’epoca Lucia Borsellino. Così durante il dibattimento è stato ricostruita l’iter della vicenda, in particolare quei mesi a cavallo tra il 2011 e il 2012 quando alla clinica venne revocato l’accreditamento, sulla scorta di un intervento Asp che aveva sospeso l’attività della casa di cura.
L’accreditamento scese da 4 milioni di euro a 2 milioni. L’anno era però già inoltrato e il fondo era già stato adoperato per le operazioni in corso. La società si trovò in grossa difficoltà e nell’ottobre 2012 venne dichiarata fallita. Al termine della procedura il Tribunale fallimentare inviò gli atti alla Procura per la valutazione di eventuali profili di reato e scattò l’inchiesta a carico di Pizzo per bancarotta fraudolenta.
Nel procedimento si erano costituiti parti civili, assistiti dall’avvocato Giovanni Mazzù, 12 dipendenti della clinica.