Il provvedimento riguarda sia la stagione di musica sia quella di prosa. Per la prima volta nella sua storia l'Ente costretto ad avere un disavanzo. Solidarietà ai professori d'orchestra, agli artisti e alle maestranze messinesi
Cala il sipario sugli spettacoli del teatro Vittorio Eamanuele da oggi fino al 31 dicembre prossimo. Queste le decisioni del Consiglio di Amministrazione dell’EAR Teatro di Messina dopo i tagli al finanziamento regionale che, di fatto, impediscono la prosecuzione dell’attività. Andrà in scena solo “La Rondine” di Puccini”, in programma il 28 e il 30 maggio e il 1. giugno, ma in segno di protesta è stata soppressa la conferenza stampa, in programma domani 25 maggio.
Questa la lettera che oggi è stata inviata a tutte le compagnie, al Presidente della Regione, agli assessori regionali al Turismo e al Bilancio, al Sindaco di Messina, al Presidente della Provincia, ai deputati nazionali e regionali e ai Sindacati:
“Si comunica la dolorosa decisione – votata all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione su proposta del Sovrintendente – dell’E.A.R. Teatro di Messina di sospendere, con decorrenza immediata, tutte le attività di spettacolo in programma da oggi al 31 dicembre prossimo, sia della stagione di musica sia della stagione di prosa, ivi compresi gli spettacoli della Sala Laudamo e le favole e i pupi per i bambini. Andrà in scena soltanto “La Rondine” di Puccini perché lo spettacolo è già allestito e la sua sospensione non comporterebbe alcun risparmio, anzi si perderebbe anche la possibilità dello sbigliettamento
Il taglio del finanziamento regionale, intervenuto in corso di stagione e che, dopo l’ultima integrazione pari a un milione di euro, supera comunque la soglia del 22%, infatti, non consente più alcune spesa. Anzi l’Ente sarà in difficoltà anche a pagare gli stipendi sino alla fine dell’anno, tanto che si può prevedere, per la prima volta nella storia del Teatro di Messina, un disavanzo finale, pari a circa un milione e 200 mila euro.
Questa è la situazione drammatica di un Ente che non solo è certamente fra le maggiori istituzioni culturali della città ma anche – specie nelle ultime stagioni – ha prodotto un ritorno economico sul territorio con l’utilizzazione dei professori d’orchestra, di attori, registi, tecnici e maestranze nati e operanti a Messina, che hanno potuto mostrare pubblicamente le loro qualità, peraltro in molti casi riconosciute anche in campo nazionale. A loro va la nostra più incondizionata solidarietà.
Naturalmente continuiamo a sperare in un ripensamento della Regione che, pur in un condivisibile clima di austerità, possa consentire una programmazione comunque dignitosa e degna delle tradizioni dell’Ente, senza mettere in pericolo gli stipendi, senza impedire il lavoro ai professori d’orchestra, agli artisti e alle maestranze messinesi. E senza impedire agli abbonati, e agli appassionati in genere, la corretta fruizione dei cartelloni”.
Prossimamente sarà organizzata una serie di iniziative, di concerto con Comune e Provincia, per salvaguardare il futuro dell’Ente Teatro.
Significa che per i prossimi 7 mesi il personale giocherò a briscola, venendo regolarmente pagato?
La regione di Catania e Palermo……antimessinese.
Bisogna istituire un referundum per fare di Messina una provincia autonoma…..sull’esempio di Trento e Bolzano.
Trento e Bolzano non hanno accettato il ruolo di colonia imposto da un capoluogo distante e da terze città con interessi contrapposti.
Oggi Trento e Bolzano sono le migliori province italiane.
Messina ha un capoluogo di regione a oltre 250 km. che insieme a Catania hanno interessi contrapposti a Messina.
Nell’interesse della crescita di Catania e Palermo, al primo posto c’è la morte di Messina….città troppo strategica per la sua posizione, di grande richiamo per le opere e le vedute, accolgliente e ricettiva, grazie ad un porto naturale incredibile ect.ect.
Catania e Palermo hanno già provveduto a depredare tutto a Messina…ma Messina riesce, nonostante il terribile strangolamento, a sopravvivere…..grazie alla sua incredibile natura.
Noi messinesi siamo la Sicilia greco/romana, siamo diversi dalla Sicilia di compare Alfio, mafioso con la lupara catanese/palermitana…….separiamoci…. ci sono sempre state due Sicilie…..e la Sicilia di Messina era il commercio, la cultura…l’arte…..niente bombe, attentati e lupara….caratteristiche dei catanesi e palermitani.
Dopo questo pesante taglio dei trasferimenti regionali che hanno indotto il C.d.R. dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele a sospendere tutti gli spettacoli programmati fino al 31 dicembre 2012 sembra proprio che possa parlarsi del…”1° semestre della cultura”. Per il 2° semestre la città…medita.
messina capa della regione e ni tinenu a buzzantino.Non volete capire chi u pisci feti di pedi e non da testa.Gli abbuffini vadano a casa perchè abbuffati e vengano avanti i giovani che hanno voglia di fare e lavorare.Perchè Ordile e non un qualuqnque giovane capace, a dirigere il vittorio ed Emanuele? U vecchiu e vecchiu e non è nemmeno un riciclato sicuro.