Storia di Messina. Tre versioni su Mata e Grifone

Storia di Messina. Tre versioni su Mata e Grifone

Daniele Ferrara

Storia di Messina. Tre versioni su Mata e Grifone

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domenica 09 Agosto 2020 - 07:00

La storia di Mata e Grifone, non dei due Giganti di Ferragosto, poiché sono due coppie di personaggi diverse

La leggenda di Mata e Grifone, o per meglio dire la favola, la conosce ogni messinese fin dall’infanzia, e se non altro è segno che la memoria in qualche si tramanda. Ma non fa mai male compiere un passo indietro e rivedere ciò che crediamo di sapere.

Vi raccontiamo tre diversi episodî riguardanti questa coppia, che definiamo versioni in quanto chi ne racconta una di solito non racconta mai le altre due; ognuna contiene anche più varianti. Si badi bene: questa è la storia di Mata e Grifone, non dei due Giganti di Ferragosto, poiché sono due coppie di personaggi diverse.

Prima versione: sposalizio di Mata e Grifone

Siamo in una data imprecisata quando inizia questa fiaba, ma vengono proposte le annate 910, 964 e 970 d.C., tutte improbabili.

Un certo pirata musulmano, o per altri un Re d’Africa, Hassan ibn-Hammar, gigantesco moro di pelle nerissima, prese di mira l’area peloritana; sbarcò con i suoi razziatori e saccheggiò il tratto che va da Dinnammare a Camaro, evidentemente sguarnito; in Calabria (nell’immagine sopra vediamo i Giganti di Palmi) però si dice pure che tutta questa vicenda avvenne in quelle coste e che Mata fosse nativa di là. A Messina viveva una certa Marta detta Mata figlia d’un ignoto Cosimo II di Castelluccio (o Castellaccio, che a volte risulta “signore” e altre “re”), una fanciullona alta e formosa di pelle candida e capelli scuri; in un’altra variante mischiata alla prima, Mata era una popolana che viveva nel villaggio di Camaro; un’altra versione la vuole calabra, così come lo scenario dei fatti. Proprio in una delle sue incursioni, Hassan vide Marta e ne cadde innamorato in un solo istante, al punto che interruppe la razzia per poterla chiedere in sposa; la risposta fu negativa.

Su quello che accadde dopo ci sono due versioni: in una, Hassan sfidò e sconfisse in duello il nobile Cosimo, nell’altra, Mata si nascose nei possedimenti familiari ma fu individuata dai saraceni e rapita. In ogni caso, il pirata riuscì a vincerne lo sposalizio, ma non l’amore di Mata. Ella infatti non voleva saperne di congiungersi allo sposo e si rinchiuse in un gelido silenzio.

Allora Hassan, in un disperato atto d’amore, decise di convertirsi al Cristianesimo, si fece battezzare e assunse il nome greco Grifo (che per la sua stazza sarebbe mutato colloquialmente in Grifone, dicono); a quel punto la sposa comprese il suo sentimento sincero e lo ricambiò, giacendo con lui e generando una forte stirpe in Messina. Su quest’ultimo punto la versione comune vorrebbe che la coppia fondasse Messina (nel 964 d.C.?!), ma è un’assurdità che preferisco non commentare.

Addirittura si dice che la località Dinnammare prenda il nome dal patronimico di Grifone, ibn-Hammar (che, corretto, sarebbe ibn Ammar).

Seconda versione: la coppia cannibale del Mattagriffone

Si dice che il castello Mattagriffone, oggi meglio noto come Cristo Re, prese il nome della coppia gigantesca. Mata e Grifone vi abitavano, perché nessun’altra dimora era abbastanza grande per loro. Da quell’altura potevano controllare tutta Messina senza problemi.

Quando calava la sera, veniva fatta suonare un’enorme campana dal suono profondo e tenebroso, che fungeva da avvertimento: che nessuna persona di buonsenso si fosse più fatta trovare fuori di casa fino all’alba. Mata e Grifone erano cannibali e amavano scendere dal loro castello e mangiare gl’incauti che non avevano obbedito alla Castellana, meglio se infanti (trovavano la loro carne più tenera, come gli orchi delle fiabe più famose?). In un’altra variante, antropofago era il solo Grifone, e Mata per domare la sua fame gli cucinava ogni giorno un bue intero ma talvolta non bastava, e a quel punto era lei a suonare la campana del castello per avvertire la popolazione.

A questa versione appartiene anche una variante poco conosciuta che narra la morte di Grifone ucciso da un ragazzo con una fionda (Davide e Golia?) mentre passava nella piazza davanti al Duomo, ma si racconta anche un’uccisione accidentale da parte d’un bambino che stava giocando con una pietra infilata in una canna; si dice che l’Orione della Fontana sia il giovane coraggioso; Mata sarebbe morta di dolore o si sarebbe uccisa.

Terza versione: Grifone contro Ruggero

Mata e Grifone vivevano ancora, e governavano Messina, quando nel 1060 d.C. il conte Ruggero il Normanno si accinse a conquistare la Sicilia salpando da Palmi in Calabria.

Proprio da Messina cominciò, trovandola più cristiana che islamica, e affrontò Grifone in battaglia; veramente una cosa da opera dei pupi. Il gigantesco Principe cavalcava un cammello altrettanto possente. Ruggero riuscì a sconfiggere in battaglia il principe Grifone ed entrò trionfante a Messina proprio in groppa al Cammellaccio del moro, seguito dall’esercito, da cammelli carichi di spoglie e dal gigante sconfitto e dalla moglie in catene.

Era il dì dell’Assunzione, 15 d’Agosto, e la celebrazione in cattedrale fu più solenne proprio a motivo dell’avvenuto fatto d’arme. Ruggero obbligò Mata e Grifone a rimanere davanti alle porte della cattedrale per tutta la durata della messa solenne dell’Assunta, seppure concedendo loro il privilegio di restare a cavallo (perciò, si dice, i nostri colossi oggi monterebbero altrettanto grandi cavalcature e, fino a non molto tempo fa, attendevano la Vara fiancheggiando la porta maggiore del Duomo).

Cosa fu di Mata e Grifone più avanti, non si sa. Di sicuro c’è che questi due personaggi per qualche motivo smuovono parimenti gli animi delle persone più o meno colte, sia in Sicilia che nella dirimpettaia penisola calabra.

Fiabe

Prima che qualcuno faccia critiche peraltro giuste: no (ripeto), non credo che Mata e Grifone fondarono Messina né che i fatti siano andati come si racconta, e le stesse obiezioni d’argomento storico e linguistico che vi sono sorte mentre leggevate sono le stesse che avevo già nella mente io mentre scrivevo. Credo soltanto che un matrimonio del genere possa essere avvenuto, che magari un signore di Messina potesse avere un comportamento selvaggio, e so per certo che Ruggero combatté contro il condottiero Rassid quando volle prendere Messina.

A volte genî tutelari, a volte coppia di fondazione, a volte spauracchî infantili: Mata e Grifone sono tutte queste cose.

Queste sono storielle popolari, nient’altro, basate su fatti possibilmente accaduti ma da prendere con la dovuta cautela. Se volete, raccontatele a’ nipoti a mo’ di fiabe, con le parole che preferite. L’importante è che non diciate loro che Mata e Grifone fondarono Messina; perché non è vero.

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