Sono diventate definitive le condanne per boss ed affiliati della mafia tirrenica e dei Nebrodi coinvolti nell'operazione Icaro. Confermati cinque ergastoli che erano stati inflitti dalla Corte d'Appello di Messina. Carcere a vita anche per i superlatitanti Calogero e Vincenzino MIgnacca.
A nove anni dagli arresti la Corte di Cassazione ha reso definitive
le condanne per boss e affiliati del clan della mafia tirrenica arrestati nell’operazione “Icaro” che il 29 novembre 2003 portò all’arresto di 44 persone. A svelare la mappa delle organizzazioni mafiosi il pentito Santo Lenzo che consentì, fra l’altro, ai Carabinieri di far luce su estorsioni, attentati e su ben cinque omicidi.
La notte scorsa la seconda sezione della Corte di Cassazione ha confermato i 5 ergastoli che erano stati inflitti dalla Corte d’Appello di Messina il 25 gennaio 2011. Da quella sentenza i giudici della Corte Suprema hanno eliminato solo qualche capo di imputazione per tre imputati già condannati per gli stessi reati.
Il carcere a vita diventa, dunque, definitivo per Carmelo e Rosario Bontempo Scavo, Sergio Antonino Carcione e per i fratelli Carmelo e Vincenzino Mignacca entrambi latitanti dal 2008 ed inseriti nell’elenco dei cento ricercati più pericolosi d’Italia. Confermate le condanne a 17 anni per il boss storico di Barcellona Giuseppe Gullotti; 14 anni e mezzo per il padrino della mafia di Tortorici Cesare Bontempo Scavo; 10 anni e 4 mesi al pentito Santo Lenzo; 9 anni e mezzo per Carmelo Crinò; 9 anni per Marcello Coletta; 4 anni e mezzo per Alfio Cammareri, un anno e mezzo, per Giuseppe Condipodero Marchetta, 6 anni e mezzo per Salvatore Giglia; 4 anni a Diego Antonino Ioppolo, 4 anni a Giuseppe Karra; 5 anni a Giovanni Pintabona e Giuseppe Sinagra. Sconto di pena per Maurizio Testini condannato ad 8 anni e mezzo. In primo grado era stato condannato a 14 anni e due mesi di reclusione.