Barcellona, il neo sindaco Calabrò: esito inatteso, centrodestra resterà unito

Barcellona, il neo sindaco Calabrò: esito inatteso, centrodestra resterà unito

Alessandra Serio

Barcellona, il neo sindaco Calabrò: esito inatteso, centrodestra resterà unito

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mercoledì 07 Ottobre 2020 - 07:32

Intervista al neo sindaco di Barcellona Pinuccio Calabrò: la priorità è il bilancio, nessun dubbio sulla tenuta della coalizione di centro destra

Le elezioni amministrative 2020 si chiudono con 14.813 voti, il 60,54% dei voti validi. 20 consiglieri su 24 per lo schieramento delle 11 liste che lo sostenevano. Una maggioranza bulgara per l’avvocato Pinuccio Calabrò, da ieri nuovo sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto. Sostenuto sì da un’alleanza forte – tre i deputati regionali collegati alle 11 liste: Antonio Catalfamo, Tommaso Calderone e Pino Galluzzo – ma che non credeva di spuntarla al primo turno. Almeno così giura l’interessato, entusiasta del risultato.

Che io sia contento non c’è ombra di dubbio, non pensavo di raggiungere questi risultati, il pensiero era al ballottaggio perché, a prescindere dal fatto che io avessi 11 liste a sostegno e la sinistra 3, di fatto c’era un centro destra unito contro un centro sinistra unito, due grossi schieramenti. In più, anche se io sono stato estraneo all’esperienza Materia e anzi in alcuni momenti storici anche critico, di fatto la campagna elettorale e il progetto sono stati impostati alla continuità l’esperienza precedente,  gioco forza mi sono accollato quell’eredità. Una esperienza segnata da grosse criticità: al netto delle responsabilità oggi il Comune è di fatto il pre dissesto, un elemento che avrebbe potuto pesare negativamente sul risultato elettorale.  Invece…

Invece l’elezione, anche a tener conto dell’effetto trascinamento delle liste, l’ha premiato. Un consenso così ampio facilita l’avvio della sua esperienza?

“E chiaro che un consenso così importante di stimola, ma da anche tante responsabilità. Io non sono un politico, sono un libero professionista, un avvocato, sono programmatico e sono abituato a non promettere e a procedere per punti. Non ho promesso a nessuno che farò miracoli, il mio obiettivo, anzi il nostro, è riportare Barcellona alla normalità, e già riuscirci sarebbe un bel risultato”.

Il percorso verso questo obiettivo è tutto in salita, partendo dal pre dissesto.

E’ per questo che ho detto che procederemo per punti. La priorità ovviamente è far approvare il piano di riequilibrio, altrimenti il dissesto sarà inevitabile. Poi risolvere i due problemi secondo me più grossi che abbiamo al momento: l’emergenza del decoro urbano, dobbiamo uscire dallo stallo attuale andando ad una nuova gara per la raccolta dei rifiuti, e l’emergenza idro geologica. Siamo uno dei comuni siciliani che più soffrono sotto questo aspetto, dobbiamo approfittare del commissario straordinario per prevenire e programmare. Un’altra urgenza è, secondo me, la digitalizzazione dell’amministrazione e dei servizi comunali. Non ho timore a dirlo: siamo nel medioevo, è senza dubbio ora di uscirne. “

È un mandato di servizio o l’inizio di una carriera politica?

“Non ho alcuna intenzione di rifarlo, non proseguirò per 10 anni né diventerò un politico di professione come non ho mai voluto diventarlo, fino ad oggi. E’ un mandato di 5 anni che affronto seriamente, come impegno verso la mia comunità, per trasformare la mia città in una città “normale”

 Una deputazione regionale “numerosa” alle spalle, un risultato personale di alcuni di loro molto rilevante anche in consiglio comunale. Non teme che ci saranno troppi galli nel pollaio del centro destra e ombre troppo ingombranti dall’alto?

“Assolutamente no, per molte ragioni. Anzitutto perché il centro destra partiva diviso e sono stato io a unirlo, si è trovata la compattezza sul mio nome e su un progetto chiaro e comune, quello di rimettere in sesto Barcellona. Poi perché la mia storia è chiara, mi conoscono bene tutti, è nota la mia indipendenza e anche il mio modo di operare. Infine non c’è alcuna intenzione di tirarci la giacchetta reciprocamente, c’è il rispetto reciproco dovuto alla storica conoscenza, all’aver sempre lavorato nel centro destra insieme. Poi ognuno ha i suoi ruoli e i propri impegni, e su queste basi partiamo per la realizzazione di un progetto unitario”.

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