Chi è Giovanni De Luca, il boss emergente di Messina catturato dopo un anno di latitanza dalla Polizia
Ritratto di un boss messinese giovane ma già molto pericoloso e temuto anche dai più “grandi”. Ecco chi è Giovanni De Luca, catturato dalla Squadra Mobile in un’abitazione di Bordonaro dove si nascondeva dietro un intercapedine, dopo un anno di latitanza.
Quando la Polizia ha fatto scattare le manette ai polsi, De Luca si è tolto una misera soddisfazione: “Vi fici sudare“.
In realtà gli uomini del capo della Squadra Mobile Antonino Sfameni e di Simone Scalzo, dirigente della sezione Criminalità Organizzata, ci hanno messo pochi giorni a chiudere il cerchio, quando il puzzle che mettevano insieme da tempo si è andato incastrato nel modo giusto, soprattutto con l’arrivo di un paio di tessere fino a quel momento ancora mancanti, ma che erano quelle “giuste”.
Quando sono stati sicuri che De Luca si trovava in città e quando un paio di telefoni sospetti hanno rivelato un’attività insolita e concentrato i “movimenti” nel dedalo di viuzze tra Bordonaro e Fondo Fucile, gli investigatori hanno prima controllato in silenzio per qualche giorno la zona, poi hanno cinturato il quartiere e gli appartamenti “caldi”, infine è scattata l’irruzione, due sere fa.
Adesso si lavora per ricostruire la sua latitanza ed eventuali appoggi che gli hanno consentito di restare nascosto per un anno intero.
In casa c’era una patente con la falsa identità di Pietro Caccamo che secondo i poliziotti De Luca ha usato per muoversi anche fuori da Messina. L’ipotesi – ma è solo una ipotesi ancora tutta da verificare – è che il boss abbia passato buona parte di questi mesi fuori dalla città e fosse rientrato a Messina da pochissimo.
Rapina, lesioni, porto d’armi, resistenza, sequestro di persona ed evasione. E’ lunga la lista dei precedenti di Giovanni De Luca, che rendono ben conto della sua personalità e perché aveva preso potere, nel panorama criminale cittadino. L’ultimo guaio con la giustizia si chiama Operazione Flower, la retata scattata il 5 novembre 2019 – quando De Luca si è reso irreperibile.
Il processo si è chiuso con la condanna a 12 anni per il boss, che ora è in carcere. Deciderà lui se vorrà parlare con gli inquirenti. Essendo arrivata la condanna, infatti, non è previsto interrogatorio, quindi al momento resta in cella a Gazzi, a scontare la sua precedente condanna e in attesa dei successivi gradi di giudizio del processo Flower.
L’inchiesta, condotta dalla stessa Squadra Mobile, ha svelato come funzionava il racket delle guardianie nei locali messinesi, in particolare quelli della movida estiva. L’Accusa per il boss della zona centro-sud è di essere quello che gestiva, insieme a Lo Duca, le estorsioni ai locali e ai gestori del servizio di body guard, scatenando risse e ritorsioni ai clienti quando qualcuno non voleva pagare o consentire che venissero assunti i suoi uomini tra i vigilantes. E’ lui, insomma, il mandante dei raid violenti di Pietro Mazzitello e Kevin Skepis, con i quali metteva a segno anche altre estorsioni e rapine violente.
Nelle carte dell’operazione Flower viene fuori il suo spessore criminale, svelato dal pentito Giuseppe Selvaggio. “So che Lo Duca e De Luca si occupano della sicurezza nei locali. Giovanni De Luca ha una posizione sovraordinata anche a Lo Duca Giovanni (…)De Luca ha un giro di attività criminali e di interessi più estesi di Lo Duca. So che i due decidono insieme le cose, ma se qualcosa non va bene a De Luca quello che lui dice si fa. (…) De Luca è più criminale, ha più potere perché è un soggetto che agisce in prima persona. (…) Quando è uscito dal carcere De Luca da lui si sono presentate moltissime persone perché con tale violenza lui è riuscito ad ottenere credito”.
Le parole di Selvaggio sono state confermate alla Polizia dai gestori dei locali e del servizio di vigilanza, interrogati durante le indagini. Tutti hanno spiegato che i violenti che venivano a disturbare le serate nei locali, pestando a sangue e scatenando risse, pretendevano di entrare senza pagare e di lavorare tra i body guard spendendo sempre il nome di Giovanni De Luca. Tutti avevano paura di lui e assecondavano le richieste del boss.