Gli interventi riguarderanno Vallone Guidari, Tripi Formaggiara e Tripi Piani. Secondo quanto disposto dalla società di raccolta rifiuti, i lavori potrebbero consentire di fermare, in modo definitivo, la fuoriuscita di percolato
C’era una volta Portella Arena. Ci furono dopo Valdina, Vallone Guidari, Tripi Formaggiara, Tripi Piani. Località di vacanza? Mete ambite dai turisti? Niente di tutto ciò. Semplicemente discariche, morte ma purtroppo non sepolte. E per le quali Messinambiente, società di raccolta rifiuti dallo scorso marzo in liquidazione, ha ottenuto la gestione, appunto post-mortem. Va però specificato che per la prima delle succitate, chiusa nel lontano 1998, l’amministrazione comunale ha avvitato un iter di messa in sicurezza, (giunto alla fase esecutiva) che dovrebbe consentire la definitiva bonifica del sito, di recente sfiorata da un devastante incendio. Un destino simile, ovvero di “sicurezza”, è stato previsto anche per le altre maleodoranti “colleghe”, realizzate tra fine del 1999 e i primi anni del 2000 per far fronte all’emergenza smaltimento rifiuti che ha interessato la Regione Sicilia. Come anticipato nei giorni scorsi (vedi correlato), a redigere i progetti preliminari di messa in sicurezza di emergenza, i tecnici della società di raccolta rifiuti. Interventi necessari per riuscire a bloccare, in modo definitivo, la pericolosa fuoriuscita di percolato che sta causando non pochi problemi nelle aree circostanti i siti di raccolta. I versamenti del liquido inquinante, come “acclarato” nel caso di Vallone Guidari con il sequestro disposto dall’autorità giudiziaria (vedi correlato), sta determinando la contaminazione delle falde acquifere. Un problema che ha origini lontane, ed è legato principalmente alle operazioni di capping, ovvero di chiusura delle discariche, non effettuate a regola d’arte. Con una conseguenza ben precisa e ben immortalata dalle immagini scattate dai tecnici di via Dogali durante i sopralluoghi propedeutici alla redazione dei progetti. L’acqua piovana, che si infiltra attraverso i teloni di copertura, in alcune parti danneggiati, unendosi all’immondizia in macerazione determina la creazione del percolato che piano piano scivola a valle. I progetti che Messinambiente ha presentato all’amministrazione comunale lo scorso 13 agosto, prevedono operazioni diverse a seconda dei singoli casi. A Vallone Guidari, discarica utilizzata per 12 mesi, dal 1.ottobre del 1999 al 30 settembre del 2000 dopo la chiusura di Valdina, alcuni interventi sono stati effettuati già nel 2006, ma con scarsi risultati. Il piano di lavoro predisposto dalla società, considera un importo complessivo di lavori pari a 1 milione 855 mila euro: essi riguarderanno la risagomatura del profilo della discarica, la regimentazione delle acque meteoriche, la realizzazione di un sistema idoneo di captazione, convogliamento e combustione del biogas e del percolato, impermeabilizzazione della discarica. Anche a Tripi Formaggiaria, costituita da due moduli, uno primario e uno secondario, quest’ultimo realizzato in attesa del completamento del principale, “si evidenziano situazioni di pericolo tali da poter diffondere le fonti inquinanti nelle zone adiacenti il sito. La somma dei lavori viene stimata in 841 mila euro. Tra i punti più critici, quello relativo al ripristino, alla stabilizzazione e alla protezione del rilevato di valle lato torrente Tallarita, dove sono state registrate pericolose perdite di percolato. Rimaniamo sempre a Tripi, ma questa volta in contrada Piani, utilizzata da marzo a settembre 2001, dove sono stati raccolti 80 mila metri cubi di rifiuti in un’area complessiva di 11 mila metri quadri. La discarica, si legge nel progetto, è stata ben gestita nel corso degli anni (da Messinambiente, grazie ad un accordo sottoscritto dai Comuni di Messina e Tripi), ma subito dopo la chiusura, sempre a causa dei soliti difetti di chiusura, le infiltrazione d’acqua piovana hanno determinato la creazione di nuovo percolato. Il progetto di via Dogali, prevede interenti per l’importo di 1 milione 761 mila euro. Come spesso, anzi sempre accade, l’approvazione dei “preliminari” (e successivamente dei definitivi e degli esecutivi che potranno godere dei finanziamenti regionali), necessiterà di tempi piuttosto lunghi, ancor di più nella concitata fase di stravolgimento politico. Nel frattempo, però, il Comune dovrà darsi da fare per prevedere interventi che consentano di “tamponare” nuove perdite inquinanti.
DISCARICHE, OVVERO BOMBE ECOLOGICHE,
pronte a scoppiare in qualsiasi momento, sia per motivi di carattere meteorologico, sia per un eventuale, e non meno improbabile sisma.
L’ultimo evento citato, causerebbe un vasto dissesto del terreno, con grosse fuoriuscite di abbondante percolato giacente e materiali pericolosi interrati.
Non dimentichiamo che discariche vecchie come la Portella Arena, hanno ricevute per anni rifiuti non controllati, pertanto ancora più pericolose delle attuali, ancora aperte.
Messina vive un grande momento di torpore generale, e svegliarla improvvisamente scossa da eventi naturali improvvisi, in un misto di eventi causati dalla stupidità e ingordigia della politica locale, la riporterebbero a quel lontano 28 dicembre 1908, ancor oggi ricordato da tante belle parole e pochissimi fatti sul vero futuro di una città alla deriva.
Parola di Gatto.
campa cavallo mentre i”pisci”muoiono.Bisogna fare pagare chi non ha eseguito le “chiusure a regola d’arte” e gli amministratori che non hanno vigilato sui lavori.
e totonno,quando paga???