Trasferire il punto franco dall’Ente porto all'Autorità portuale: la proposta di D’Alia al Governo

Trasferire il punto franco dall’Ente porto all’Autorità portuale: la proposta di D’Alia al Governo

Danila La Torre

Trasferire il punto franco dall’Ente porto all’Autorità portuale: la proposta di D’Alia al Governo

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venerdì 14 Settembre 2012 - 17:41

Forse è solo un a coincidenza, ma l’emendamento del senatore centrista arriva a pochi giorni dall’ufficializzazione del passaggio all’Udc di Nino Beninati, che invoca da tempo la soppressione dell’Ente porto. La proposta di D’Alia eliminerebbe l’unica ragion d’essere dell’ente

“Trasferimento del punto franco istituito nella zona falcata del porto di Messina”. E’ questo l’oggetto dell’emendamento al ddl in materia di riforma dell'ordinamento portuale presentato dal presidente dei senatori dell'Udc, Gianpiero D'Alia. Nello specifico, l'emendamento sottoposto dal senatore centrista al Governo autorizza il trasferimento del punto franco , istituito con legge 15 marzo 1951, n. 191, dalla zona Falcata di Messina, attualmente controllata dall’Ente porto, prima dichiarato morto e poi fatto "resuscitare" per volontà del governatore siciliano Raffaele Lombardo, ad altra area ricadente nella circoscrizione territoriale dell' Autorità portuale della città, le cui competenze si estendono sino a Milazzo. Secondo D’Alia, ma questo nell’emendamento non viene specificato, la collocazione ideale del punto franco sarebbe l’area di Giammoro, per destinare esclusivamente al turismo ed ai servizi connessi le aree dell’Autorità portuale che ricadono in città.

Tornando al ddl I in materia di riforma dell'ordinamento portuale , l’emendamento firmato da D’Alia prevede, inoltre, che la delimitazione territoriale del punto franco nonché ogni altra disposizione necessaria per la sua operatività siano definite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta della Regione siciliana, formulata dall' Autorità portuale di Messina. Prevede, infine , che le modalità per l'organizzazione e la gestione del punto franco vengano definite in conformità alle disposizioni del codice doganale comunitario. Con l'entrata in vigore della presente legge, verrebbe quindi abrogata la legge 15 marzo 1951, n. 191, ad eccezione del primo comma dell'articolo 1.

Forse è solo un a coincidenza, ma l’emendamento di D’Alia arriva a pochi giorni dell’ufficializzazione del passaggio di Nino Beninati all’Udc, la cui ultima conferenza stampa in città, datata 30 giugno (vedi correlato) ,era stata, guarda caso, l’ennesima occasione per chiedere la soppressione dell’Ente Porto, nato nel 1953 per garantire l’istituzione di un punto franco, rimasto però ad oggi solo un miraggio. D’Alia non chiede al Governo, che non ha competenza in materia, di sopprimere l’Ente porto ma chiede di trasferire il punto franco ad un’area posta sotto il controllo dell’Autorità portuale, togliendo all’Ente porto la sua unica ragion d’essere e l’unica ragione per cui ancora qualcuno difende un ente che comporta solo oneri e nessun vantaggio per la città. L’asse D’Alia/ Beninati inizia a prendere forma, aspettando sempre il responso finale degli elettori. A partire già dalle prossime elezioni regionali. (DLT)

2 commenti

  1. Cara Danila La Torre, per quaranta giorni i candidati e gli aspiranti governatori ai due splendidi palazzi, Dei Normanni e D’Orleans, ci faranno immaginare una Sicilia da sogno, che resterà purtroppo nei nostri sogni. Prometteranno l’impossibile, vedi il punto franco, e molti siciliani, che hanno nel forziere il prezioso VOTO D’OPINIONE, ci crederanno, NOI di TempoStretto dobbiamo impedirlo con l’arma democratica dell’opinione pubblica, facendo domande difficili, dove i numeri saranno lance spietate. Ti invio i link relativi al BILANCIO 2011 della SICILIA e quello di una qualsiasi regione del nord, dove il legittimo interesse individuale è al servizio dell’interesse generale, insomma l’opposto di ciò che avviene nella nostra Regione.
    http://imageshack.us/a/img534/1523/sicilia1.png
    http://imageshack.us/a/img213/7827/sicilia2q.png
    http://imageshack.us/a/img24/4319/nord1.png
    http://imageshack.us/a/img37/2451/nord2.png
    http://imageshack.us/a/img854/8431/nord3.png
    Come vedi quelli della regione del Nord sono in % perchè è la destinazione % quella che conta, appena ho tempo trasformo quelli della Sicilia. Con questi link potrai fare domande VERE.

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  2. Salvatore Vernaci 15 Settembre 2012 12:56

    Attenzione! Non è tanto l’abolizione di un Ente che possa essere criticato o oggetto di discussione, quanto l’eventuale spostamento del PUNTO FRANCO, che, se si vuole attivare, dovrebbe, invece pensarsi all’ampliamento della zona interessata. Notizie di Stampa, nel corso degli anni, hanno sempre allertato i Messinesi a stare vigili, perché speculatori, operanti nel campo dell`edilizia, avevano preso di mira le aree, dove avrebbe dovuto sorgere il Punto Franco. Lo stesso Piano Regolatore Portuale, nel silenzio generale della Città, ha previsto la trasformazione di aree industriali e commerciali del porto di Messina in aree a vocazione turistico – alberghiera.
    L’augurio è che il neo Presidente della Regione, il neo Sindaco di Messina, i Deputati regionali e nazionali messinesi, i Consiglieri comunali, se vogliono rilanciare questa Città devono iniziare con la tutela e la difesa dei diritti di Messina, del suo territorio, con lo sfruttare tutte le potenzialità che la legge permette e far sì che i Messinesi, amano la propria Città, non siano costretti ad emigrare, a causa della mancanza di lavoro, quel lavoro che nessuno si è preoccupato di creare, di portare, di facilitare.
    Il Punto Franco costituisce la più grande occasione di sviluppo economico, commerciale, artigianale, industriale di Messina. “Qualche secolo addietro la realizzazione del Punto Franco rese Messina una delle città più ricche del Mezzogiorno d’Italia, seconda solo a Napoli. Basta questo a far pensare che l’attivazione del Punto Franco potrebbe essere la svolta per l’economia peloritana, opportunità di lavoro per i giovani”. “La collocazione geografica di Messina è posta a sei giorni di navigazione in meno dalla Cina rispetto ad Amburgo e a Rotterdam, nei cui porti approda la stragrande maggioranza di merci cinesi dirette in Europa e vi si svolgono le prime lavorazioni. La necessità di spacchettare, controllare, etichettare e imballare le merci provenienti da paesi esterni alla Comunità Europea, renderebbe il Punto Franco di Messina la prima obbligatoria “porta d’accesso” al mercato europeo, dove si troverebbe la possibilità di depositare, trasformare e impiegare le merci, in esenzione da contributi e formalità doganali. Nell’area sorgerebbero non soltanto imprese legate alla trasformazione delle merci, ma anche piccole e medie aziende che potrebbero rifornirsi di prodotti prelevandoli dal deposito franco, anche in quantitativi rapportati ad ogni singolo ciclo di lavorazione e trasformazione, libere da oneri doganali. Le potenzialità economiche ed il conseguente impatto occupazionale connessi all’istituzione del Punto Franco, sarebbero straordinariamente rilevanti, soprattutto per un contesto “statico” come quello di Messina.” il Prof. Victor Uckmar, uno dei maggiori esperti internazionali nel settore, ha affermato la piena valenza giuridica del Punto Franco di Messina, la piena utilità economica, per i vantaggi di cui potrebbero beneficiare i traffici commerciali con i Paesi del sud-est asiatico (Cina, India etc.), anche in vista della necessità di disporre di spazi nei quali provvedere all`adattamento delle merci agli standards europei, fruendo di sospensioni dell`obbligazione doganale. Il Prof. Uckmar ha definito il Punto Franco di Messina un moltiplicatore d`impresa, per la sua posizione strategica. Secondo il Prof. Signorino, ordinario di Economia Applicata dell`Ateneo Mssinese, “nessun porto, dotato di Zone Franche, conosce crisi in tali attività, per cui, tenuto conto che le normative comunitarie non consentirebbero facilmente l`apertura di altre zone franche, nè in Italia nè nel resto dell`U. E., il Punto Franco di Messina costituirebbe un vantaggio competitivo non indifferente per la nostra economia”

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