Una presenza indispensabile che denuncia costantemente situazioni di disagio e condizioni di lavoro prive di ogni sicurezza.
Lei è la dottoressa Caterina Parisi, medico di continuità assistenziale presso la postazione di Mileto (V.V.) e ha raccontato ai nostri microfoni la realtà e le condizioni in cui opera. I medici di c.di.s intervengono nel momento in cui il medico di base termina l’orario di lavoro assicurando così alla comunità una continuità di servizio. Una presenza indispensabile quindi che però costantemente denuncia situazioni di disagio e condizioni di lavoro prive di sicurezza. Ad aggravare quella che è già una situazione complessa e delicata anche da circa un anno l’emergenza covid.
Dottoressa, provi a raccontarmi cosa sta succedendo in questo momento di grave emergenza?
Acquistiamo tutto noi
“Mio malgrado devo denunciare per l’ennesima volta, visto che tante sono state le richieste mai ascoltate da parte di miei colleghi, una situazione che il covid ha peggiorato ulteriormente. La pandemia ha esasperato una realtà già di per se grave. Purtroppo non abbiamo a nostra disposizione dei presidi di protezione, intendo mascherine, guanti, tute bianche. Nonostante sia obbligatorio fornirli. Siamo costretti, perciò ad acquistarle se vogliamo visitare in sicurezza. Naturalmente a questi presidi personali si aggiunge anche tutto quello che serve a sanificare l’ambiente prima e dopo l’ingresso dei pazienti. E’ facile comprendere che se si ammala un medico è un problema importante anche per la mancanza di personale sanitario che ben conosciamo. Siamo soli.”
E voi lavorate soli?
Privi di sicurezza
“Si, purtroppo si. La sicurezza è un altro problema gravissimo. Non solo provvediamo con i mezzi nostri a rendere sicuri gli ambienti in cui lavoriamo evitando così l’eventuale trasmissione del virus, non solo non abbiamo accanto una figura come quella di un assistente o un infermiere in più siamo soli. E con soli intendo privi di qualsiasi tipo di sicurezza che va dall’istallazione di telecamere alla presenza di una guardia giurata, per esempio. Non sono isolati i casi di aggressione fisica e verbale. Considera che in altre regioni, come in Sardegna, hanno preso provvedimenti seri per la sicurezza. Lì è obbligatoria una guardia giurata per ogni postazione.”
A che punto siamo?
La situazione descritta dalla dottoressa è seria e tante volte la disperazione delle guardie mediche è “salita” altissima. E si fa, oggi ancora più drammatica considerato che la cronaca recente ha portato alla luce una situazione sanitaria calabrese molto delicata, scoppiata all’improvviso scoperchiando un vaso di pandora di mancanze e disagi impressionante. Da poco e dopo molte vicissitudini, hanno nominato un nuovo commissario straordinario per “sistemare” tutta una serie di urgenze comprese il famoso piano anticovid varato, ma pare a tutt’oggi ancora non operativo. E gestire anche i famosi 86 milioni di euro erogati dallo stato proprio per adeguare la sanità calabrese.