Questa la simbolica cifra per chi risiede a Messina o nella sua provincia e vuole visitare la mostra “Caravaggio – Resurrezione di Lazzaro: il capolavoro restaurato”, inaugurata lo scorso Luglio. Abbiamo incrociato alcuni studenti di Lettere che l’hanno visitata. Le loro impressioni, l’incontro con la direttrice del Museo, lo stato dei lavori della nuova sede e le opportunità di lavoro per i giovani.
Ritornare al museo di Messina, o andarci per la prima volta per chi non c’è mai stato, è sempre un’emozione. Tutte le inefficienze, le limitatezze della struttura passano in secondo piano quando si è di fronte alle due opere dipinte nel 1609 nella nostra città da Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio: L’Adorazione dei Pastori, restaurata tre anni fa, e La Resurrezione di Lazzaro. Quest’ultima, dopo un lungo restauro a cura dell'ISCR (Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro) durato sette mesi, è da poco tornata nel suo “habitat naturale”, il nostro museo, dove è ancora in corso, e lo sarà fino al 25 novembre, la mostra didattica “Caravaggio – Resurrezione di Lazzaro: il capolavoro restaurato”. I visitatori possono conoscere i particolari sulle indagini scientifiche effettuate e sulla procedura del restauro grazie a pannelli esplicativi e immagini video ad altissima risoluzione.
Entrambe le opere, sapientemente illuminate, hanno catturato l’attenzione di un gruppetto di studenti di Lettere dell’Università di Messina che, qualche giorno fa, abbiamo intercettato mentre si recava in visita al Museo Regionale che è intitolato a Maria Accascina (1898-1979), storica dell’arte che profuse molte energie per la nostra città. Li abbiamo seguiti. Tra di loro molti studenti fuori sede (calabresi per lo più) che si sono mostrati molto interessati alla visita, stupiti, invece, alcuni messinesi delle meraviglie conservate all’interno. «Ero venuta una volta con la scuola, ma non mi ricordavo ci fossero opere così belle» ci dirà una ragazza alla fine della visita. A guidarli tra le sale che ripercorrono – dall’arte pittorica del ‘200 sino ai due Caravaggio – la storia artistica nella nostra città, è stata la dott.ssa Giusy Larinà, storica dell’arte presso la sede museale. C’è stato ampio spazio per sottolineare tutta la civiltà figurativa espressa dalla città attraverso i secoli (XII-XVIII), sottolineata anche da personalità come quelle di Antonello (di cui si conserva il Polittico di S. Gregorio dipinto nel 1473) e di Girolamo Alibrandi, che furono tra le punte emergenti della cultura artistica messinese. Il breve tour si è concluso con la visita alla mostra sulle maioliche provenienti dalla collezione del Museo, un’esposizione assolutamente unica nel suo genere, curata dalla stessa dott.ssa Larinà.
Abbiamo colto l’occasione per tracciare un bilancio di questi primi tre mesi di mostra (inaugurata lo scorso 25 Luglio). Non ci sono state le code oltre l'ingresso del museo e lungo il marciapiede, come è avvenuto a Palazzo Braschi, quando l'opera fresca di restauro è stata per la prima volta esposta nella capitale, ma i numeri sono comunque positivi: oltre 3000 i biglietti staccati sinora. Potrebbero essere molto di più e un grande incentivo è senz’altro il fatto che chi è residente a Messina o in provincia paga solo un euro.
Mentre i ragazzi uscivano dalla visita, uno di loro si avvicinava incuriosito alla transenne che delimitano l’attuale museo dalla nuova sede. «Lo vedi questo palazzo rosa? –gli ha detto allora un collega– C’è da prima che nascessi!». Abbiamo chiesto quando quel palazzo rosa sarà finito alla direttrice del museo, la dott.ssa Giovanna Maria Bacci. «Dovremo aspettare ancora un po’ –ci ha detto– e, se tutto procederà per il verso giusto, verrà inaugurato nel 2014». «Ad oggi –ha proseguito– nella nuova sede è già stata sistemata quasi tutta la scultura, così come la collezione archeologica. Ciò che manca è l’arte pittorica, le tele, i quadri, molte dei quali sono conservati nei magazzini e saranno perciò visibili per la prima volta». La direttrice ha espresso inoltre ai ragazzi il suo plauso per la loro iniziativa e la discussione si è spostata inevitabilmente sulla possibilità di lavoro per chi studia l’arte oggi. «La vedo grigia, –ci ha confessato quasi scoraggiata– se consideriamo il numero dei nostri musei, dei siti archeologici e delle aree monumentali che abbiamo in Italia, ce ne sarebbe da impiegare giovani ma la mancanza di fondi blocca tutto…».
Eppure sarebbe bello se il polo museale divenisse per la nostra città un catalizzatore di energie positive, di grandi competenze e un banco di prova per i tanti studenti della nostra Università. Un’esperienza, questa, su cui Ateneo e amministrazione pubblica dovrebbero puntare. Perché capolavori dell’arte, come quelli di Antonello e di Caravaggio, richiameranno sempre tanta gente. Il loro fascino e la loro bellezza rimangono e non c’è crisi che tenga. (CLAUDIO STAITI)
un’idea… Un ticket unico per i musei di Messina e Reggio Calabria?
I soldi rubati dai vari ladroni di turno dovrebbero essere subito “estorti” ed utilizzati per terminare il “nuovo” Museo che aspetta da anni immemorabili l’apertura, tenendo conto dell’importanza del turismo nella ns zona..Sarebbero tanti posti di lavoro per i ns giovani disoccupati , che , oltretutto hanno perso il gusto della bellezza e dell’arte…Non sanno quante emozioni si sono persi…