"Si parla spesso di noi, ma mai con noi". Ecco cosa pensano del rientro a scuola i rappresentanti di alcuni licei cittadini. Servizio di Silvia De Domenico
Si è conclusa la settimana di screening dedicata alla popolazione scolastica messinese. Ma, come era già successo con la campagna di novembre, si è registrata una partecipazione piuttosto bassa. Le adesioni al test gratuito all’ex Gasometro hanno toccato quota 8.000, circa un 10% rispetto alla stima dell’intera comunità (fra studenti, docenti, personale Ata e famiglie). Ecco come commentano questo dato i rappresentanti degli studenti di alcuni licei cittadini.
Abbiamo intervistato a distanza Gaia Franchina e Francesca Pellico (rappresentanti d’Istituto del Liceo Classico “G. La Farina”), Aurelio Bringheli (rappresentante d’Istituto del Liceo Scientifico “Archimede) e Christiana Aloisi (rappresentante d’Istituto del Liceo Artistico “E. Basile). Tutti loro e i colleghi rappresentanti delle altre scuole hanno fatto più appelli ai compagni per invitarli a partecipare allo screening di massa.
In 6 giorni di test sono emersi 25 casi di positività su 8.181 tamponi effettuati. Uno 0,3% che conforta gli studenti in vista dell’apertura delle scuole ma, secondo loro, non basta per parlare di “rientro in sicurezza”. “Dopo un anno di DAD abbiamo tutti una gran voglia di tornare fra i banchi e rivedere compagni e professori. A scuola ci sentiamo sicuri, i nostri dubbi riguardano quello che vi ruota attorno. Dai trasporti allo spostamento di persone”. E continuano: “La paura non può bloccare le nostre vite, dobbiamo imparare a convivere col virus e rispettare le regole”.
Servizio di Silvia De Domenico
In tempi normali, la scuola era sciopero ed occupazioni. Ora hanno tutti voglia di stare in classe. Il genio represso puo’ attendere, se il rischio e’ intasare gli ospedali. Il problema serio e’ la didattica a casa delle scuole elementari: i bimbi sono meno gestibili. La socialita’ degli studenti, il cui vero dramma e’ la mancanza del cazzeggio, si recupera. I morti non recuperano nulla.
Più che la scuola in presenza, quello che vogliono è ciò che c’è fuori in presenza, sai quanto gli importa di andare in classe ma davanti alla scuola ci tengono ad esserci.