Nel "cuore" dell'Ufficio straordinario dell'emergenza Covid ci sono anche loro. Che ci raccontano le ferite invisibili della pandemia
Tutti giovani, in prima linea in questa emergenza Covid a Messina. Non indossano il camice, non stanno in corsia dentro quelle tute da astronauta che abbiamo imparato a conoscere. Ma ci sono anche loro. Curano le ferite invisibili del maledetto Covid. Ferite che toccano la mente e il cuore. Un computer, le cuffie alle orecchie, un numero da comporre e inizia così la loro missione.
Sono gli psicologi dell’emergenza Covid a Messina. Un team di 67 professionisti a Messina, più altri 20 nei distretti. La loro base operativa è nel “cuore” dell’Ufficio straordinario dell’emergenza Covid diretto dalla commissaria Marzia Furnari, nei locali del polo Papardo dell’Università di Messina.
Ogni giorno raccolgono storie, sentimenti, sfoghi di chi ha contratto il covid. Entrano nelle case e nelle vite di famiglie che hanno vissuto lutti terribili, momenti di angoscia e paura, crisi lavorative. Un team diretto dalla dottoressa Marilinella Ruggeri, insieme a Edda Paino e Giuseppa D’Andrea.
Hanno messo in campo un nuovo modo di lavorare. Tanto che il modello Messina sta diventando un esempio da seguire anche in altre province della Sicilia. E il senso di quello che fanno sta tutto nelle parole di Michele, uno degli psicologi in campo: «Quando la sera torno a casa mi sento coinvolto da quello che vivo qui ogni giorno. Ma vince il desiderio di mettersi a disposizione degli altri».
Chiacchiere e distintivo.
Solo chiacchiere e distintivo