Danno da 21 mila euro, per il Comune deve pagare la Lelat

Danno da 21 mila euro, per il Comune deve pagare la Lelat

Giusy Briguglio

Danno da 21 mila euro, per il Comune deve pagare la Lelat

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martedì 20 Novembre 2012 - 12:26

Lo scorso agosto i pannelli fotovoltaici installati nella sede della Lelat sono stati distrutti a martellate. Il Comune ha notificato all'associazione il costo del rifacimento, ma l'associazione non ci sta: "Il comune avrebbe intascato i profitti"

La Lelat – Lega Lotta Aids e Tossicodipendenza da 22 anni gestisce una comunità per tossicodipendenti e malati di Aids. Lotta alla mafia e educazione alla legalità sono tra gli altri obiettivi che persegue. E da 22 anni deve fare i conti con minacce e atti vandalici. Si risponde con paura e aggressioni al lavoro dei volontari. La mafia non ci sta, la situazione è complicata, ma l’associazione non si è mai arresa. Finché hai la mafia contro, lo puoi capire. Smetti di capire soltanto quando ti sembra di dover lottare anche contro le istituzioni.

Atti vandalici e furti sono stati all’ordine del giorno. L’ultimo risale all’agosto scorso. Una notte, alcuni soggetti si sono introdotti nella sede e hanno danneggiato i pannelli solari. Non si è trattato di un atto vandalico fine a se stesso, l’obiettivo erano l’alluminio e il rame. Ma la conclusione è stata un furto di trecento euro per un danno di migliaia di euro. I pannelli fotovoltaici erano stati installati da poco grazie ai fondi europei che dovevano servire per la ristrutturazione della sede. La scelta di utilizzare i finanziamenti per i pannelli era conveniente e fonte di profitto. “Non avremmo pagato più le bollette, ma saremmo riusciti a ricavare un certo profitto per la comunità vendendo energia all’Enel”, dice Anna Maria Garufi, presidente della Lelat.

Installati i pannelli, bastava che la Lelat, intestatrice del contratto, attivasse la pratica Gse per il funzionamento. Ma a quel punto è intervenuto il Comune: “E’ arrivato il secco no del Comune, che esigeva fare le pratiche, intascare i profitti e farsi pagare da noi le bollette della luce, in barba agli accordi intercorsi precedentemente – afferma la Garufi -”. Il compromesso alla fine fu trovato: il comune avrebbe intascato i profitti, ma la Lelat sarebbe stata esonerata dal pagamento delle bollette della luce.

I lavori però ritardano, la Lelat continua a pagare le bollette e ad agosto i pannelli vengono distrutti a martellate. La fortuna non è dalla loro parte, decisamente. Il rifacimento dell’impianto ammonta a 21 mila euro e il Comune ha deciso che a pagare debba essere l’associazione. “Cosa fa più male, l’incudine mafiosa o il martello istituzionale? Perché per percepire i guadagni il padrone è il Comune e invece pagare per riparare i danni tocca a noi?”. E’ l’ultimo grido di disperazione di un’associazione che si vede “mitragliata” da ogni parte e non messa in condizione di svolgere il proprio compito: aiutare chi ha bisogno.

“Mi sento capace di correre sotto le bombe ma non di camminare sulle macerie”, ha detto la Garufi. Si può lottare contro un avversario, ma l’indifferenza è l’arma peggiore.

Un commento

  1. Considerati i fatti è sempre più sottile la linea che divide la mafia dalla burocrezia

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