23 indagati alla fine dell'inchiesta Cesare sul nuovo clan di Giostra e le corse clandestine dei cavalli tra Messina e Catania
L’inchiesta dei Carabinieri sugli affari del clan di Giostra battezzata “Cesare”, in particolare quelli in mano ai reggenti del boss storico Luigi Galli, tra scommesse sulle corse dei cavalli ed estorsioni, è arrivata al capolinea.
La Direzione distrettuale antimafia di Messina, dopo aver messo insieme gli accertamenti dei Carabinieri e i primi risvolti del procedimento – gli interrogatori dopo il blitz, i verbali dei pentiti, i risultati di alcuni accertamenti bancari successivi – ha notificato l’avviso di conclusione indagini a 23 persone.
A cominciare da Giuseppe Irrera, il genero del boss storico. Poi: Carlo Altavilla, Ivan Catanzaro, Paolo Arrigo, Francesco Forami, Maurizio Fracasso, Giuseppe Galli, Paolo Gatto, Santo Giannino, Sebastiano Grillo, Giuseppe Longo, Vincenzo Misa, Gaetano e Grazia Maria Munnia, Alessio, Carlo e Roberto Palermo, Natale Rigano, Francesco Spadaro, Salvatore Speciale, Salvatore Vecchio, Francesco Vento, Luigi Vinci.
Per nove di loro l’accusa è di associazione mafiosa, e Irrera è considerato il nuovo boss. I 18 arresti sono scattati a novembre dello scorso anno. Molti sono tornati in libertà poco dopo, per decisione del Tribunale del Riesame.
I carabinieri avevano piazzato delle preziosissime cimici nella rivendita di frutta di Irrera, all’inizio del rione Ogliastri.
Qui lui conduceva anche i suoi affari “altri”, secondo l’accusa, dalla gestione della stalla all’organizzazione delle corse, spesso insieme agli esponenti del clan di Catania.
Qui si muovevano anche gli allibratori e i suoi parenti che tenevano i contatti col boss in carcere.
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