Sulla cattura di "Ciccio Pakistan", fuggito nel 2019, indiscrezioni fin da stamattina. Adesso la conferma del sottosegretario all'Interno Sibilia
Lo chiamavano “Ciccio Pakistan”. Era considerato una “mente” di caratura internazionale negli equilibri commerciali della ‘ndrangheta, quanto al ricchissimo settore del narcotraffico. Dopo la conferma definitiva della condanna quale mandante della strage di Natale del 24 dicembre 2006 in cui fu uccisa Maria Strangio, moglie del capoclan avversario Giovanni Luca Nirta, “Ciccio Pakistan” – al secolo, lo ‘ndranghetista di Platì Francesco Pelle – nel luglio del 2019 sparì nel nulla.
Un’evasione assurda, su una sedia a rotelle (!), e riuscita in maniera misteriosa a 11 anni di distanza dal non meno rilevante arresto della “primula rossa” platiese, avvenuto nel 2008. E anche in quel caso l’arresto avvenne all’interno di una casa di cura: all’epoca di quel blitz sempre nei confini nazionali, però, trattandosi di una clinica del Pavese.
Adesso, a due anni di distanza, la cattura: e di quello che è senz’altro uno degli arresti più eclatanti degli ultimi anni per quanto concerne il crimine organizzato già in mattinata s’erano sparse voci qua e là, prive però fino al pomeriggio di conferme ufficiali.
“Portoghese” e positivo al Covid
Il 43enne “Ciccio Pakistan” Pelle – che, è appena il caso di ribadire, non può certo dirsi agile e scattante, inchiodato com’è su una sedia a rotelle per i postumi di un agguato perpetrato ai suoi danni nel cuore della Locride, ad Africo, il 31 luglio di 15 anni fa – è stato sorpreso nella capitale del Portogallo, la fascinosa Lisbona, dov’era ospite di una clinica locale (l’Hospital de Sao José, dove adesso si trova piantonato) perché in degenza per Coronavirus. L’importanza della cattura della “primula rossa” di Platì è testimoniata pure dalla sua inclusione tra le posizioni “di privilegio” dell’elenco dei ricercati italiani considerati “più pericolosi” dal Viminale.
A sorprenderlo, gli agenti dell’Unct (Unità nazionale contro il terrorismo) della Polizia lusitana, in seguito alle indagini sviluppate proprio dai carabinieri di Reggio Calabria nel contesto del progetto internazionale I Can.
Col fiato sul collo
I carabinieri del Reparto Operativo reggino, collaborato dai colleghi del Gruppo di Locri e della Compagnia di Bianco – si evidenzia in queste ore -, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nelle persone del Procuratore Giovanni Bombardieri, del Procuratore Aggiunto Giuseppe Lombardo e del Sostituto Procuratore Alessandro Moffa, da tempo erano sulle tracce del latitante ed in ultimo lo avevano localizzato proprio nella penisola iberica, dove è stato quindi arrestato oggi.
Le parole di Sibilia
A proposito di conferma, queste le parole del sottosegretario all’Interno (per ben tre volte ormai) Carlo Sibilia: «A riprova che nessuno, men che meno un mafioso, può sfidare lo Stato e sentirsi al sicuro: grande operazione dei @_Carabinieri_ che hanno rintracciato in clinica a Lisbona il boss di #ndrangheta Ciccio Pelle, latitante dopo la condanna per la strage di Natale del 2006. #senzascampo » .