Il comitato contesta la presunta falsificazione di tante schede elettorali alle Comunali 2020. Senza riscontro entro 10 giorni, protesterà col Prefetto
Presunti brogli elettorali alle Comunali del settembre scorso, il comitato ReggioNonSiBroglia pressa per rendere effettivi importanti riverberi politico-amministrativi. Non è un mistero che, secondo molti soggetti politici di centrodestra e associazioni d’area, il Consiglio comunale andrebbe sciolto per consentire di tornare al voto. E secondo alcuni tra loro almeno, pure il Consiglio metropolitano “per caduta” – annoverando diversi consiglieri comunali reggini tra i suoi membri e peraltro essendo stato ampiamente determinato dai consiglieri comunali del capoluogo di provincia, visto anche il meccanismo del “voto ponderato” – dovrebbe subire la medesima sorte.
Solo che, in atto almeno, non c’è traccia della scelta di una data precisa per il Consiglio comunale “aperto” chiesto a gran voce (non solo) da Reggiononsibroglia.
Conto alla rovescia
Il comitato «rende noto di aver inviato stamane, via pec, una missiva di sollecito indirizzata in primis al Presidente del Consiglio Comunale, Vincenzo Marra, e quindi a segretario generale e sindaco del Comune di Reggio Calabria che dovrebbe sovrintendere alla regolare osservanza degli obblighi statutari del Comune. La nota inviata riguardo l’indicazione della data di convocazione del consiglio comunale aperto – ex art.36 del Regolamento sul funzionamento degli istituti di partecipazione popolare -, termine evidentemente non ancora fissato e comunque non reso noto. Lo scorso 18 marzo, infatti, una nostra delegazione ha depositato al protocollo del comune tale richiesta, corredata, come richiesto dal regolamento, dalle firme di ben 384 cittadini reggini. Trascorse ormai quasi due settimane da tale atto, ci vediamo costretti a rilevare che, ad oggi, non è pervenuto al Comitato “Reggio non si broglia”, soggetto promotore dell’iniziativa popolare, alcun riscontro da parte della Presidenza del consiglio responsabile della convocazione» .
Tuttavia, evidenziano da Rnsb, la convocazione di un Consiglio comunale aperto è invece «espressamente prevista dalle norme regolamentari e statuarie del Comune di Reggio Calabria, in questo caso con unico punto all’ordine del giorno: la discussione relativa alla vicenda dei brogli elettorali e dei provvedimenti annessi. Non è un esercizio di retorica politica, la questione dei brogli mina la stessa legittimità etica e giuridica dell’insediamento di questo Consiglio comunale e metropolitano – puntualizzano i latori della missiva – ed appare imprescindibile una discussione che investa l’intera città di un fatto che non si è voluto, ad oggi, affrontare con una seduta consiliare ad hoc né risulta vi sia stato un ordine del giorno nelle rarissime sedute consiliari tenute in questi mesi».
A questo punto, nell’analisi degli animatori del Comitato rimane solo la fiducia «nel senso etico e nel rispetto delle norme che regolano il funzionamento del Consiglio comunale, il cui garante e responsabile è, in primis, il Presidente dell’assemblea cittadina, il quale è chiamato a rispettare le istanze e gli ordini del giorno che risultano agli atti di codesta Amministrazione. Rimaniamo pertanto in attesa di celere riscontro, da parte dello stesso presidente del consiglio Marra, per la data di convocazione del Consiglio comunale aperto. Di tale adempimento, ai sensi dell’art. 73 del citato Statuto, è garante anche il sindaco quale capo dell’Amministrazione e quale titolare degli obblighi “dell’attuazione e dell’osservanza del presente Statuto”. Il perdurare di tale omissione – si precisa da parte di Reggiononsibroglia -, in mancanza di risposta entro 10 giorni dall’invio della presente, motiverà rimostranze presso l’organo di tutela prefettizia e governativa».