Nuovo vertice in Prefettura questa mattina tra il gruppo Faranda e i sindacati per la risoluzione della vertenza. Non ci sono ancora le condizioni per il piano industriale ma si ipotizza di concedere la proroga alla cassa integrazione in deroga. Se ne riparlerà settimana prossima.
Stavolta la fumata al termine dell’incontro non è stata nera, come la scorsa settimana, ma grigia. Una leggerissima schiarita, perché se è vero che la soluzione alla vertenza è ancora lontana è altrettanto vero che sembrano esserci i margini per proseguire il dialogo. Gli ex lavoratori Triscele sono tornati questa mattina in Prefettura per ritrovarsi ancora una volta faccia a faccia con il gruppo Faranda. Naturalmente c’era il Prefetto Stefano Trotta che nelle ultime settimane si è speso molto per riuscire a individuare una strada che eviti i licenziamenti, c’erano il vice Prefetto Romano, il direttore dell’Ufficio Provinciale del Lavoro Francesco De Francesco e per i sindacati Enzo Cocivera(CGIL), Paola Zito (CISL), Vincenzo Pulizzi (Fai Cisl), Antonio Valastro (Uila Uil). Obiettivo principale del vertice: trovare un accordo con la famiglia Faranda. Non dimenticando che due giorni fa il Prefetto aveva già incontrato il gruppo per capire le intenzioni dell’azienda. Sul tavolo ancora il tanto discusso e atteso piano industriale che i lavoratori attendevano per poter tornare a lavorare e che sarebbe dovuto arrivare dopo il cambio di destinazione d’uso dell’area di via Bonino in cui sorgono gli stabilimenti.
Anche oggi la famiglia Faranda ha ribadito la sua posizione, cioè l’impossibilità di presentare il piano industriale e dunque di riavviare nell’immediato la produzione spostandola in un’altra area. I sindacati hanno naturalmente contrastato questa ipotesi, ma durante la riunione è emersa una proposta che apre uno spiraglio positivo. Proposta che è arrivata dal direttore dell’Ufficio provinciale del Lavoro De Francesco e che, se concessa, darebbe un minimo di speranza ai 41 lavoratori. In pratica si è parlato della possibilità di garantire una proroga di sei mesi alla cassa integrazione in deroga che scadrà il 31 dicembre e che di fatto lascerebbe i 41 ex lavoratori senza sussidi e senza occupazione. Una soluzione tampone che però darebbe tempo per la progettazione di un eventuale piano industriale, per vagliare eventuali riorganizzazioni aziendali e favorire l’attrazione di nuovi investimenti, ma soprattutto evita i licenziamenti che scatterebbero con la fine della cassa integrazione. La famiglia Faranda ha chiesto qualche giorno di tempo per riflettere. Si tornerà a discutere in Prefettura la prossima settimana, sperando che ci siano le condizioni per avviare questa proroga.
“La soluzione proposta oggi ci consegna altri sei mesi di tempo per approntare il Piano industriale, attrarre nuovi investimenti e verificare un’ eventuale modifica della compagine societaria. Non dobbiamo dimenticare, tra l’altro, che ad oggi restano presso l’azienda circa 2 milioni di euro del TFR maturato dai lavoratori che, scongiurati i licenziamenti a fronte dei quali dovrebbero essere immediatamente corrisposti, potrebbero essere utilmente impiegati nella predisposizione del Piano industriale. Ci auguriamo che nell’incontro della prossima settimana si concretizzi la proposta formulata oggi anche perché è a costo zero per la famiglia Faranda” commentano i sindacalisti Cocivera, Zito, Pulizzi e Valastro.
Tra una settimana dunque si decide il destino dei 41 ex lavoratori Triscele. Intanto mercoledì 12 anche a Palazzo Zanca si discuterà della delicata vertenza. Il commissario Croce e il presidente del consiglio comunale Pippo Previti proveranno a fare luce, insieme ai sindacati, su alcuni aspetti della vicenda. (Francesca Stornante)
Se non ricordo male anni fà i dipendenti, trombati, di un birrificio crearono una cooperativa sconfiggendo con l’aiuto dei cittadini la grande multinazionale henninger ed ancora sono presenti sugli scaffali dei supermercati… il birrificio “Birra Castello” di Udine… Io la compro sempre per questo. Ragazzi studiatele tutte la cigs la mobilità prima o dopo finisce… sono finiti i tempi della “Pirelli” cigs a vita…