Arrestato per rissa con agente e assolto, l'avvocato: "Contro di lui pregiudizi"

Arrestato per rissa con agente e assolto, l’avvocato: “Contro di lui pregiudizi”

Alessandra Serio

Arrestato per rissa con agente e assolto, l’avvocato: “Contro di lui pregiudizi”

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sabato 17 Aprile 2021 - 07:07

L'avv. Cacia: Condannato perché di Mangialupi". Il giovane si è sempre dichiarato innocente.

E’ stato scagionato pienamente Letterio Ferrara, 31 anni, arrestato nel 2014 perché coinvolto nell’aggressione al poliziotto avvenuta a novembre di quell’anno.

La Corte d’Appello di Reggio Calabria lo ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, accogliendo le ragioni dei suoi difensori, gli avvocati Nino Cacia e Gabriele Lombardo.

Il processo è stato celebrato oltre Stretto per decisione della Corte di Cassazione che lo scorso anno, proprio su richiesta dei legali, aveva annullato la sentenza della Corte d’appello di Messina e disposto il processo di secondo grado.

Nino Cacia
Nino Cacia

“La formula della insussistenza del fatto riallinea la verità processuale a quella storica e restituisce serenità ad un ragazzo che ha patito 8 mesi di custodia cautelare, oltre alle ulteriori preclusioni che non gli hanno permesso di vagliare plurime opportunità lavorative”, commentano i legali, che hanno sempre sostenuto che il giovane non aveva nulla a che fare con il pestaggio e che contro di lui aveva sempre pesato un pregiudizio – “forse legato al luogo di residenza, il quartiere di Mangialupi“.

Il ragazzo si è sempre difeso chiamandosi fuori, dichiarando di non aver fatto nulla da subito. La sentenza a 2 mesi in primo grado era basata sulle sole dichiarazioni della vittima, peraltro ritenuta non del tutto attendibile dagli stessi giudici messinesi, che avevano trasmesso la sua deposizione alla Procura per la valutazione di eventuali profili penali.

Nel corso del dibattimento, infatti, l’agente aveva cambiato la versione sul fatto, dichiarando che uno dei tre arrestati non era responsabile dei calci e pugni, come invece aveva denunciato nell’immediatezza. In particolare aveva scagionato Alessandro Cutè, assolto per non aver commesso il fatto.

A scatenare gli schiaffi al poliziotto era stato un banale incidente stradale. Prima di cominciare il turno in Questura, era rimasto coinvolto in un incidente in via Manzoni tra il suo motociclo e l’auto guidata da un sedicenne – nipote di un pezzo da novanta del clan di Mangialupi, Cutè appunto, e Ferrara che era in auto con lui.

Il diverbio era scattato immediatamente, durante la constatazione dei danni, quando il motociclista tamponato si è qualificato la situazione è degenerata e il malcapitato aveva avuto la peggio.

Il 113 lo aveva portato in ospedale dove era stato refertato con 8 giorni di prognosi, mentre il terzetto si dava alla fuga. Erano poi stati tutti bloccati nel giro di due giorni.

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