I movimenti delle ultime ore ci riportano al 2008,all'asse Berlusconi-Miccichè-Lombardo che portò l'autonomista alla Presidenza della Regione. Ma la nuova alleanza non piace a molti, pronti a lasciare il Pds per nuovi lidi. Le fughe non sono un problema per Crocetta, visto invece come la nuova meta da raggiungere. Intanto Pinuccio Puglisi "divorzia" da Naro
Ritorno al passato. Le rocambolesche giravolte dei leader dei partiti siciliani ci hanno riportato lo stesso quadro elettorale del 2008, quello che portò all’elezione di Raffaele Lombardo alla guida della Sicilia. Gli ultimi eventi hanno riportato in vita il triangolo Berlusconi-Miccichè-Lombardo, con un piccolissimo restyling ma pronto all’uso nonostante quanto sia accaduto tra gli alleati in questi anni.
Il Partito dei Siciliani di Raffaele Lombardo, nato sulle ceneri dell’Mpa, ha ufficialmente siglato l’alleanza col Pdl alle Politiche di febbraio “Il Pd è inaffidabile” ha dichiarato lo stesso ex governatore, che comunque non sarà candidato, né lui né parenti vari.A distanza di 4 anni e mezzo, dopo scontri feroci, dichiarazioni di fuoco, accuse, annunci di mozioni di sfiducia, voltafaccia, cambi di giunta e chi più ne ha più ne metta, Lombardo ritrova l’asse con Berlusconi e Miccichè, quello stesso asse che nel 2008 gli fece superare il 60% di consensi alla Presidenza della Regione. Ma le scelte del leader non sono condivise da tutti i suoi che adesso stanno iniziando a guardarsi intorno. Nel messinese è prevalsa l’amarezza per la decisione dell’ex governatore ma è chiaro che gran parte degli esponenti ex Mpa, quelli che per intenderci hanno fatto la guerra a Buzzanca al Comune, sono contrari ad una nuova alleanza con i nemici non solo di ieri, ma di pochi minuti fa. L’ex deputato regionale Fortunato Romano ha diviso le strade già all’indomani delle regionali d’ottobre. Adesso da Messina a Catania è fuga per quegli autonomisti che avevano una diversa provenienza, mentre diverso è il caso di chi, come D’Aquino o Gazzara, sono nati e cresciuti nel Pdl, sarebbe una sorta di ritorno a casa. Ma Beppe Picciolo che a Lombardo i voti ad ottobre li ha portati, eccome, adesso è a un bivio e sicuramente non tornerà in quel Pd dal quale ha divorziato da troppo tempo. Molti degli esponenti lombardiani quindi, per esclusione e per “naturale” direzione, stanno guardando al Megafono di Crocetta.A proposito di divorzi, dopo decenni di un rapporto che andava ben oltre quello politico, che affondava nelle radici della vecchia Dc e aveva attraversato tutte le tempeste giudiziarie e politiche, è l'ex assessore comunale Pinuccio Puglisi a dire addio, con amarezza m a con troppe delusioni alle spalle, a Pippo Naro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la candidatura al Senato (in posto vincente) di Saro Sidoti, scelto in quota Naro, che non si candida in seguito ai criteri stabiliti da Monti . Per restare in casa Monti i montezemolian rimasti tutti fuori dalla lista in Sicilia Orientale (forse causa zampino di D'Alia), non l'hanno presa bene e stanno guardando altrove. Intanto il Centri democratico diTabacci è ancora un’incognita per tanti, anche se Carmelo Lo Monte, sta lavorando ad una candidatura. I maligni dicono che molti dei sindaci di riferimento lomontiano, presenti a gran parte delle riunioni a Tusa, possano dividere il voto: Tabacci alla Camera e Crocetta al Senato. Ma a Crocetta guardano in tanti e basta dare un’occhiata dietro le quinte delle riunioni a Tusa, c’è un po’ di tutto: ex o ancora Pd, consiglieri Pdl, o ex Pdl, centristi curiosi o a disagio, lomontiani, ex Mpa o Pds, ex Fli, insomma tutto l’arco dei partiti vecchi e nuovi è presente in forze, in cerca di quel posticino più sicuro di quanto non possano più garantire i partiti ufficiali.
Mentre inizia quindi la fuga dal Pds si registra la corsa al Megafono di Crocetta che oggi ha riunito i suoi per concordare i posti nella lista al Senato,l’unica che sarà presentata dal Movimento. Capolista Beppe Lumia, secondo il messinese Antonio Presti, terzo l’assessore regionale Nicolò Marino (in caso di elezione sarà sostituito in giunta). Il governatore ha stabilito che ogni coordinamento dovrà indicare i nomi a seguire, 5 ne spettano a Palermo, 4 a Catania e Messina, 2 tutti gli altri. A Messina, già presente con Antonio Presti al secondo posto, gli altri saranno 2 donne e 2 uomini, probabilmente Giuseppe Ardizzone e Giuseppe La Face. Mercoledì a Palazzo dei Leoni si riunirà il coordinamento provinciale del Megafono.
Cambiando fronte la Destra messinese ha riunito il direttivo per il rinnovo degli organismi dirigenti. Il segretario provinciale Silvano Arbuse sarà coadiuvato da Giuseppe Micali e Giorgio Fleres. Individuati poi i responsabili delle varie aree di lavoro: Rosario Trischitta, coordinatore provincia jonica; Gigi Vasi e Maurizio Catanzaro coordinatori provincia tirrenica. Luciana Verdiglione, coordinatrice Messina città; Giuseppe Saya per gli Enti Locali, Antonio Celeste per l’organizzazione, Roberto Scalzo per trasporti e le infrastrutture, Giuseppe Salvo per la cultura, Enza Pernice per la Scuola e i rapporti parlamentari.
“Il nostro è un partito in continua crescita perché la coerenza e la determinazione nel tempo vengono sempre riconosciute- spiega Arbuse-. Il coordinamento ha approvato la composizione delle liste per la Camera, Sicilia orientale ed il Senato e l’organizzazione della campagna elettorale. Le Politiche vedranno tornare in parlamento il partito della Destra storica italiana e per le prossime amministrative che si terranno a Messina per le quali contiamo ovviamente su un contributo della Lista Musumeci”
Rosaria Brancato
SPATTI DI QUA’SPATTI DI LA’….
MA I VOTANTI, CIOE’ GLI ELETTORI…CONTANO MENO DI UN TUBO ??!!
Alla faccia delle novità! Facce mai viste e nomi totalmente sconosciuti…
lo daremo a tutti il voto con sta xxxxxxx
immorale.I messinesi si ricordano del disastro per la città che il sig.Lombardo in testa ha creato. credo che Messina lo ripagherà negandogli il voto.Prima si combattono con Buzzy ora si abbracciano.Una vergona del PDL.
Si…se li ri-votano, gli elettori contano meno di ZERO!
Bella porcheria, “il grande Sud” gli autonomisti al servizio degli interessi del Nord.
Tornano quelli del 61 deputati del centrodestra e nessuno del centrosinistra. La Sicilia ha conosciuto l’incubo della miseria, le mazzate del Nord, gli attachhi continui. Cari messinesi dietro il grande sud si nasconde un battaglione del nord contro il sud. vi hanno già venduti e ci riprovano…
il triangolo NOOOOOOOOOOOOOOOO