Pioggia di critiche. Il consigliere D'Aveni: "Sembra Natale, chiederò chiarimenti in Aula". Critici anche l'ex sindaco Pasalacqua e l'ex presidente del Consiglio Raneri. Ma c'è anche chi difende l'allestimento
TAORMINA – Piovono critiche sui festoni che campeggiano sul corso Umberto in occasione del Taormina film festival. L’iniziativa della Fondazione Taormina Arte ha infiammato il dibattito politico. E non solo. L’allestimento rappresenta l’ondeggiamento dei nastri cinematografici e la progettazione è stata messa a punto da un progettista (la Fondazione si è affidata alla Regione). La città cerca di partire con Taormina Arte e, a seguire, con una serie di eventi destinati a riempire l’estate con appuntamenti e artisti di rilievo. Intanto “decollano” le polemiche. Il consigliere di minoranza Antonio D’Aveni parla di “Allestimento di poco gusto. Sembra di essere a Natale o a… Carnevale. Chi viene a Taormina decide di fare ciò che vuole . Va rimosso e lo dirò in Consiglio comunale giovedì. In vista del rilancio turistico – aggiunge D’Aveni – la città merita attenzione”. L’ex sindaco Mauro Passalacqua “da semplice cittadino” ha invitato “il Comune o chiunque sia il responsabile a rimuovere” quei festoni.
Perplessità anche dall’ex presidente del Consiglio comunale Eugenio Raneri: “Non mi interessa e non sono interessato a conoscere i responsabili dell’allestimento. Vedrete che dalla Regione in giù tutti prenderanno le distanze”. Raneri ha poi chiesto al sindaco Mario Bolognari di tirare fuori “istanze, progetti, autorizzazioni ed approvazioni. Renda tutto pubblico e poi ordini l’immediata rimozione”. I cittadini che si sono ritrovati all’alba con i festoni sopra la testa lungo il Corso, sono divisi. C’è chi plaude all’allestimento, definendolo allegro, bello, alternativo e tendente a ravvivare il centro storico; mentre altri sostengono che “Taormina, la capitale siciliana del turismo” meriti interventi “con più… gusto”. Si sconfina così a discquisire sul concetto di bellezza. Una cosa è certa: l’allestimento continuerà ancora a far discutere. E non solo sul Corso o sui social, ma anche nelle sedi istituzionali. A partire dal Consiglio comunale.