“Puntiamo molto sulla valorizzazione del nostro territorio – ha detto la neo segretaria generale della Fistel Cisl, Cettina Pizzo – l’obiettivo è fare diventare la nostra città e la nostra provincia un polo culturale e tecnologico. C’è massima attenzione sulla vicenda del Teatro Vittorio Emanuele e il massimo impegno per arrivare al più presto a proposte e risposte concrete"
Messina polo tecnologico e della cultura. La Fistel Cisl di Messina cambia guida ma non obiettivo, quello tracciato nella relazione da Domenico Allegra, segretario uscente per raggiunto limite di mandati consecutivi della Fistel Cisl, che ha aperto i lavori del V Congresso della Federazione tenutosi oggi presso la Camera di Commercio, alla presenza del segretario regionale della Fistel Giuseppe Tomasello e del segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese.
“Assistiamo grande dibattito sul riassetto societario del settore, sugli investimenti nella fibra ottica e nella modernizzazione delle infrastrutture di rete – ha detto Allegra nella sua relazione introduttiva – intanto in Telecom Italia, considerate le ricorrenti voci di spacchettamento dell’Azienda ci aspettiamo nuove esternalizzazioni, nuovi accorpamenti di funzioni, una nuova politica di contrazione delle sedi, una nuova dichiarazione di esuberi. Negli ultimi dieci anni solo nella provincia di Messina sono stati persi circa 600 posti di lavoro solo nella Telecom Italia, senza considerare l’indotto (Telecom srl, Sirti, Sielte). Ad agosto cesserà il “contratto di solidarietà” per i colleghi del 1254. A Messina, dallo scorso dicembre, siamo interessati da un cambiamento di settore e di attività, lasciando il lavoro di commercializzazione per diventare Tecnici On line (TOL) nell’ambito della struttura della Rete di Telecom Italia. Solo 4 realtà italiane sono state interessate, Aosta, Cosenza, Messina e Bari. Questa trasformazione la consideriamo un’opportunità positiva perché ha l’effetto di stabilizzare, le precarietà che con ogni probabilità dovranno affrontare i colleghi che operano nel mondo dei Call Center commerciali della Telecom Italia”.
Un capitolo a parte della relazione è spettato al Teatro Vittorio Emanuele, al centro di numerose polemiche negli ultimi mesi. “La crisi economica ha determinato la contrazione dei fondi nazionali e dei contributi regionali per le attività culturali – ha detto Allegra – e al Vittorio Emanuele la situazione è peggiorata a causa delle reiterate contrazioni del contributo regionale e, per il 2013, sembra prevista una ulteriore contrazione. Con questo importo sarà sempre più difficile programmare le attività, perché il contributo rischia di essere sempre più assorbito dal pagamento degli stipendi e dalle spese ordinarie di gestione. Se non si interviene con lucidità e responsabilità si può consolidare il rischio che inizi una inutile discussione sulla sopravvivenza del Teatro. Resta vivo e irrisolto il problema della pianta organica – ha aggiunto – da cui derivano criticità organizzative e disagi ambientali dei lavoratori. Le Tabelle di equiparazione, previste dalla legge 10/2000, non sono state ancora approvate, nonostante il lavoro del “Commissario ad acta” De Miceli. Noi riteniamo importante approvare le Tabelle anche in presenza di alcune criticità certamente migliorabili. Rifiutarle per noi è un gravissimo errore di valutazione che molti fanno. Bisogna stabilire dei punti fermi, intorno a cui lavorare. Il problema centrale è l’esiguità del contributo regionale, ridotto di anno in anno. Pagati gli stipendi e sottratte le spese di gestione ordinaria, la programmazione artistica diventerà impossibile. L’attuale Consiglio di Amministrazione ha avviato la sua attività con le migliori intenzioni e ha usufruito del sostegno di tutte le Organizzazioni Sindacali. Secondo noi volevano veramente mettere ordine nell’intricata matassa delle vicende dei lavoratori. All’inizio hanno avviato azioni coerenti ma poi si sono confusi, hanno compreso che la situazione era più difficile del previsto, che comportava responsabilità oggettive ed hanno iniziato a rallentare i percorsi, ad assumere posizioni contrastanti all’interno del Consiglio, a diluire i tempi nelle questioni aperte. Contemporaneamente si è consolidato il problema del consuntivo di Bilancio del 2010, che non sono stati in grado di elaborare e presentare alla regione nei tempi previsti. Per effetto di queste circostanze la regione non ha potuto dare il relativo contributo pari a 3.4 ml di euro per l’anno 2010. Da questo fatto sono scaturite le mancanze di liquidità necessarie ad onorare tempestivamente gli impegni assunti con lavoratori e fornitori. Abbiamo dovuto subire il ritardo costante degli stipendi di circa due mesi. Auspichiamo che con la presentazione del consuntivo del 2010, fatta a novembre, si avvii la risoluzione definitiva di queste criticità. Da queste situazioni – ha continuato Allegra – è scaturita la nostra determinazione di chiedere le dimissioni del Consiglio. Le inadempienze e la delusione di scoprire che la speranza di risolvere le questioni della pianta organica e delle tabelle di equiparazione, di dare un progetto di stabilizzazione ad orchestra e maestranze ci ha determinato nella richiesta del Commissariamento. Ma a differenza dalle altre Organizzazioni sindacali, non ne facciamo una questione primaria, non ne facciamo una questione di principio, non addossiamo le responsabilità di venti anni di inadempienze a persone che hanno almeno hanno fatto un tentativo di affrontare le questioni e non ci sono riuscite.
Nessuno può riuscire se non facendo convergere tutte le volontà di tutte le parti in un unico progetto, con l’accordo di tutti: Assessorato regionale, Presidenza della Regione, vertici istituzionali comunali in uno con Consiglio di Amministrazione e Organizzazioni sindacali. Senza sinergia e un progetto condiviso nessuno è in grado di risolvere la questione del Teatro Vittorio Emanuele. E questo è ciò che noi chiediamo, inascoltati, da anni. Per queste valutazioni, pur condividendo pienamente le analisi e le motivazioni, non abbiamo aderito ai percorsi sindacali messi in essere da SLC e UILCOM. Secondo noi, pur in queste precarietà, in queste debolezze devono necessariamente essere perseguite sinergie, non bisogna cedere alla tentazione della facile muscolarità sindacale ed alle guerre di principio. La protesta era ed è necessaria ma ha senso soltanto se contestualmente si realizzano trattative e tavoli relazionali. In caso contrario, in queste articolate e complesse vicende, si rischia di far saltare il “banco”, ed il banco non è costituito dal Consiglio di Amministrazione, ma è costituito dall’interesse di tutti i lavoratori, quelli stabilizzati come anche quelli precari, il banco è la vita stessa del Teatro Vittorio Emanuele.
Il Congresso ha quindi provveduto ad eleggere la nuova segreteria provinciale con Cettina Pizzo, dipendente Telecom Italia, eletta segretario generale provinciale. In segreteria sono stati eletti anche Luigi Risitano, dipendente del Teatro Vittorio Emanuele e Barbara Galluzzo di Telecom Italia.
“Puntiamo molto sulla valorizzazione del nostro territorio – ha detto la neo segretaria generale della Fistel Cisl – l’obiettivo è fare diventare la nostra città e la nostra provincia un polo culturale e tecnologico. C’è massima attenzione sulla vicenda del Teatro Vittorio Emanuele e il massimo impegno per arrivare al più presto a proposte e risposte concrete. La Fistel – ha precisato Cettina Pizzo – sta seguendo percorsi diversi dalle altre organizzazioni sindacali ma l’obiettivo è comune e noi vogliamo risposte concrete. Inutile fare discorsi che non portano a nulla o mostrare i muscoli inutilmente. La nostra intenzione è quella di trovare interlocutori giusti per avere risposte concrete”. La Pizzo ha parlato anche degli investimenti di Telecom Italia: “Anche qui c’è il massimo impegno per i nuovi investimenti – ha detto – dobbiamo farte in modo che anche la nostra città che trovi. La fibra ottica e la banda larga sono una grande opportunità e bisogna mettere in campo tutto quanto possibile per rendere appetibile il nostro territorio. Attraverso gli investimenti di Telecom sulle nuove tecnologie si può fermare una rischiosa emorragia di lavoro, rilanciare l’occupazione, creare nuova occupazione”.
“Comunicazione, informazione, spettacoli sono una ossatura fondamentale per la crescita del paese – ha detto nel suo intervento il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese – Gli asset infrastrutturali continuano a latitare nel nostro territorio. La gestione delle telecomunicazioni ha prodotto tagli devastanti per Messina, come 600 posti negli ultimi dieci anni, e hanno anche prodotto una destrutturazione delle mansioni e dei rapporti di lavoro. Per noi informazione e cultura è crescita sociale ed economica, ecco perché riteniamo che la vicenda del Teatro diventa un fondamento per la crescita di Messina e chi si erge a rappresentante sindacale deve saper rappresentare gli interessi di tutti i lavoratori e non solo di carriera personale dentro l’azienda. Va aperto un confronto reale tra tutti i soggetti interessati per portare a soluzione le problematiche dei lavoratori ma soprattutto dell’offerta, non dimenticando che il ruolo fondamentale risiede nella Regione alla luce soprattutto della nota di ieri della Regione che rimanda ogni scelta sul Consiglio di Amministrazione a dopo le elezioni amministrative, non solo come finanziamento (e per Messina è sempre inferiore e inalterato rispetto ad altri territori) ma per valorizzare, integrare, ottimizzare gli spettacoli in ambito siciliano e che offrano qualità ed esclusività che facciano da volano. Altrimenti – ha concluso Genovese – resteremo sempre confinati a una marginalità e che poi alimentano le guerre tra i poveri”.
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