Cgil, Uil, Cisal e Sadirs condividono la recente riflessione del portavoce del Teatro sul lasciare spazio a professori d’orchestra senza lavoro, ma all’interno dell’Ente diverse mansioni sono affidate a chi ha già un reddito derivante da altro impiego
Sindacati contro Ente Teatro. Le divergenze, a suon di comunicati, continuano. E’ la volta dei segretari provinciali di Slc-Cgil, Uilcom-Uil, Fials-Cisal e Sadirs che, nella diatriba tra l’Ente ed il Maestro Fogliani, condividono la riflessione del portavoce del Teatro, sui professori d’orchestra eventualmente costretti a rinunciare a Rigoletto perché lavorano altrove, che scriveva: “L’occasione appare buona, anzi molto interessante, per fare spazio e consentire esperienza ad altri musicisti, al momento completamente senza lavoro e sicuramente bravi e preparati, nelle file dell’Orchestra del Teatro”.
“Dovremmo auspicare tutti – scrivono i sindacati – maggiore moralità e coerenza per chi ha già un lavoro, o un reddito, per lasciare spazio a chi è senza occupazione”.
Dopo la condivisione, la stoccata: “Ci risulta però alquanto difficile comprendere come questi nobili concetti, espressi a vario titolo dai responsabili del Vittorio, valgano solo per altri. Ci ha stuzzicato la riflessione il leggere i vari curriculum e le relative contribuzioni, di alcuni consulenti esterni al Teatro; questi dati sono pubblici e ampiamente consultabili nel link che riportiamo http://www.teatrodimessina.it/htmver/testo.asp?idnews=94 “.
Secondo i sindacati è il classico esempio di chi predica bene e razzola male: “Perché non inizia a fare spazio il Sovrintendente del Vittorio che percepisce già una pensione da ex professore universitario? Egli riceve, da oltre 11 anni, lo stipendio per il ruolo che riveste al teatro, non tenendo conto che ci sono molti giovani artisti e professionisti che hanno le competenze per quel ruolo, che sono disoccupati. L’addetto stampa del Vittorio potrebbe fare spazio, dato che percepisce già una adeguata pensione per il suo precedente lavoro di giornalista. Anch’egli, da anni, occupa un posto cosiddetto sicuro, a dispetto dei tanti giovani e bravi giornalisti messinesi che, per sbarcare il lunario, devono lavorare anni per ricevere compensi pari a quelli che egli percepisce in una stagione. Cosa dire del Direttore artistico per la sezione musica, che è docente di ruolo al conservatorio di Reggio Calabria? Non sarebbe un gesto coerente lasciare spazio e lavoro a tanti talenti messinesi che non hanno alcuna occupazione ? Lo stesso vale per la consulente degli allestimenti scenici, che ha un incarico di docenza annuale presso l’università di Messina nella facoltà di Lettere e Filosofia; così come per il Consulente delle attività collaterali di Prosa che è professore ordinario presso l’università di Messina”.
“Nulla di personale e massima stima per i professionisti che abbiamo citato – tengono a precisare le organizzazioni sindacali – ma la coerenza tra ciò che si afferma e quello che poi si mette in pratica, la si vuole considerare? Farebbero meglio a tacere i responsabili del teatro, prima di rilasciare comunicati che esplicitano posizioni spesso insostenibili con la pratica attuazione. Dovrebbero rendersi conto che, ogni qual volta argomentano decisioni assunte, collezionano pessime figure”.
“Auspichiamo – concludono – che l’ennesima pagina di questa tragicomica commedia, scritta e diretta dai vertici del teatro, sia l’ultima di una lunga serie. Analogamente abbiamo motivo di credere che il prossimo paragrafo è già in cantiere e sarà messo in scena prima di quanto si immagini”.
Vergogna!