Opera dedicata particolarmente all’ing. Luigi Costa, morto nel tentativo di salvare altre vite, così come il sottocapo della Marina Simone Neri. Saranno inseriti nell’albo degli uomini illustri di Messina
“Il fiore della memoria e della speranza” è il monumento di bronzo, ideato dal maestro Jovan Vulic, per ricordare Luigi Costa, l’ingegnere che, durante l’alluvione del 1 ottobre 2009, ha perso la sua vita nel tentativo di salvarne altre.
L’opera, inaugurata domenica scorsa e voluta dal Rotaract Club per ricordare tutte le vittime di quel tragico evento, si trova in via Darsena e rappresenta l’ultimo tassello di un lungo impegno profuso dal Rotaract Club a favore dei territori e delle popolazioni colpite dall’alluvione del 1 ottobre 2009.
Presenti i genitori (Maria e Giuseppe) e i fratelli (Aurelio, Graziella ed Emanuele) dell’ing. Luigi Costa, hanno preso parte alla cerimonia il presidente del Consiglio Comunale, Pippo Previti, che ha espresso l’intenzione di inserire nell’albo degli uomini illustri di Messina sia l’ing. Luigi Costa che il sottocapo di Marina, Simone Neri, le autorità militari, il Vice Prefetto, il Vice Questore, la Dirigente Scolastica dell’Istituto comprensivo Mazzini-Gallo, Venera Munafò, che ha accompagnato due piccoli alunni della scuola Mazzini i quali hanno deposto una corona di alloro alla base della scultura, mentre Vittorio Tumeo della III D della media Gallo ha letto una toccante pagina per rendere omaggio a Luigi.
L’avv. Fillippo Vita, compagno di banco di Luigi degli anni del Liceo, ha esternato un affettuoso e profondo ricordo, evidenziando la solarità di Luigi proprio perchè sapeva sempre dare il giusto peso alle cose; infine il Maestro Jovan Vulic ha spiegato il significato dell’opera, sottolineando come prima di passare alla realizzazione di essa abbia osservato attentamente l’immagine di Luigi, volendo creare qualcosa che desse l’idea della bontà che traspariva dai suoi occhi e che fosse espressione della sua eleganza nel portamento.
“Non ho voluto rappresentare tale tragedia – ha aggiunto – con un’ immagine troppo impressionante e toccante, ma ho voluto che l’opera fosse, per chi la osserva, un simbolo di fierezza e di rispetto per l’ing. Luigi Costa, che rimarrà come esempio per la nostra e le future generazioni”.
Il fratello Emanuele ha evidenziato come la tragedia del primo ottobre 2009 sia stata costellata da svariati momenti ricchi di humanitas ed inoltre ha sottolineato il grande valore simbolico dell’opera: “Un segna memoria per non dimenticare le vittime di quel tragico giorno e quel filo di dolore che ha percorso il territorio da Forza D’Agrò fino a Brolo, ma anche un monito per l’uomo dell’oggi e del domani affinchè tali tragedie non abbiano a ripetersi mai più”.